Carissimi Roberto e Sergio
Conoscendovi da innumerevoli anni quali persone di animo buono, oneste non solo intellettualmente, ma integralmente, e non volendomi porre come terza parte, vi ringrazio per aver dato voce agli interrogativi che in questo momento si pone ogni persona ancora ragionante sul pianeta.
Da una parte abbiamo un nuovo virus contagioso col quale pare abbia poca dimestichezza anche chi dovrebbe occuparsene professionalmente; dall’altra si sta assistendo a qualcosa che l’umanità non aveva mai visto, ovvero covid-19 come principale preoccupazione, in modi diversi, dei governi di tutto il mondo. I quali stanno facendo quel che l’umanità ha sempre fatto durante le epidemie: chiudere e isolare per evitare il contagio.
Oggi però la popolazione mondiale si approssima a otto miliardi di individui; il progresso tecnologico non è più sotto l’esclusivo controllo degli stati sovrani e procede a ritmi parossistici; terzo non ultimo, la ricchezza non è mai stata così concentrata in poche mani. Un esempio: tre fondi d’investimento, legati in modo tale da potersi considerare come un’unica entità, gestiscono migliaia di miliardi di dollari. Detta in altro modo: quando un governo decide qualcosa di veramente importante “deve” sapere l’opinione dell’amministratore delegato di Vangard, Blackrock e State Street (i tre fondi).
Il 27 settembre scorso il Presidente Giuseppe Conte ha incontrato Larry Fink, amministratore di Blackrock, e non lo dico per sottintendere un’oscura intesa con l’azionista principale di Unicredit, del resto chiunque può investire nel fondo comune di Larry Fink.
E’ del tutto “normale” che nell’inestricabile intreccio contemporaneo tra bene comune e interessi più o meno legittimi nazionali e delle potenti corporation internazionali vi siano angoli bui.
Quel che preoccupa non solo Roberto, ma anche me e credo pure Sergio, è che l’emergenza sanitaria possa essere piegata ad una nuova ratio politica… il modo di fare del presidente campano non ci tranquillizza, ma De Luca è solo un guitto rispetto agli imperatori di superpotenze come Cina, India, Usa e Russia.
Ed è questo il nocciolo del problema.
Quanto siamo davvero informati?
Chi ci informa?
Possibile che dai media ci vengano propinati dati senza spiegarne la logica statistica?
La confusione tra “infettati, contagiati, malati, portatori sani, deceduti per e deceduti con”, ascoltando radio e TV, leggendo i quotidiani è davvero difficile capire le giuste proporzioni del problema, personalmente consiglio di lasciar perdere e consultare direttamente il sito ISTAT e Istituto Superiore della Sanità.
E non possiamo non considerare che i media veramente influenti siano in mano a delle élites, vedi per l’Italia l’acquisto da parte della famiglia Agnelli (che già detiene storicamente La Stampa), del quotidiano Repubblica, la stessa proprietà che dalla fine di agosto produce 27 milioni di mascherine al giorno per il Governo italiano.
In questo affollatissimo mondo che viaggia a una velocità stellare su tutti i fronti, stanno avvenendo cambiamenti che “voi umani non potete neanche immaginare”. Nello spazio di poche settimane siamo stati proiettati in un altro mondo che presuppone un’informatizzazione spinta e un nuovo paradigma sociale.
Fino a quando? Non si sa.
Su questa premessa vorrei dire pubblicamente a Sergio e a Roberto che non si trovano su due fronti diversi e avversi, essendo persone intelligenti e ragionanti stanno vedendo la cosa da due differenti prospettive, a mio modesto parere entrambe legittime e necessarie.
La questione è pertanto troppo complessa per essere affrontata stigmatizzando la posizione dell’interlocutore.
E tutti noi, nessuno escluso, siamo in pena per coloro che, come il nostro sfortunato concittadino, incappano nelle grinfie della malattia e al quale vanno i nostri auguri di pronta guarigione.
Graziano Rinaldi