"Ti sei mangiato il cacio vinciuto" L'espressione scherzosa che in altri tempi si sentiva risuonare soprattutto ai tavoli da gioco dei bar ferajesi, veniva usata per sfottere chi, per una condotta di gioco dissennata (magari dopo aver iniziato una partita con prudenza e successo), "sbracava" per ingiustificata sicurezza, e finiva per perdere "lo scozzo".
Con un po' di orrore (e un discreto giramento di palle, mi sia consentito il dire) ho letto qualche giorno fa quanto riportava una signora isolana sulla sua pagina Facebook.
Trattavasi di dialogo captato in luogo parecchio pubblico e frequentato, che si svolgeva tra un nostro giovane concittadino e un "non so", mediante il telefono al quale, ad alta voce, il protagonista dell'episodio dichiarava: "Sì sì sto bene ora aspetto che mi diano il risultato del tampone..." Evidentemente nessuno era riuscito a far entrare nella zucca del giovane penecefalo, che era criminale, da sospetto portatore (in buona salute o meno) e diffusore di un'"influenzetta" che sta spezzando milioni di vite sul pianeta, andarsene a zonzo a (potenzialmente) impestare il prossimo.Ubi maior minor cessat... e non c'è Cristo che tenga. Uno può pure tenere in considerazione la "sofferenza adolescenziale", il disagio del dover restare ristretti nella propria abitazione per periodi più o meno lunghi, ma qui in ballo c'è qualcosa di molto più importante delle turbe (giovanili o senili).
A primavera lo abbiamo sopportato e fatto, riuscendo perfino ad essere definiti un esempio virtuoso dal resto del mondo e poi? E poi in estate ci siamo mangiati il cacio vinciuto, del quale ora abbiamo rosicato anche le ultime croste.
Ce lo siamo mangiato con le grandi e piccole movide, con le smandruppate che urlavano in discoteca "Qui non ce n'è coviddi!", con la mancata riorganizzazione dei servizi di trasporto, con il campo di decentramento amministrativo che rende impossibile stabilire un'unica linea di comando.
Quella contro il covid 19 è una guerra (che ha già fatto più morti di molte guerre di cui parla la storia), e quando mai si vince una guerra se ogni "generale" combatte per i cazzi suoi?
E più di tutto ci siamo mangiati il cacio vinciuto sul fronte della comunicazione educativa, della cultura scientifica, non riuscendo a disinnescare i grandi e piccoli cialtroni (e pure le loro vittime in buona fede) che hanno diffuso minimizzazione, negazionismo, ignoranza scientifica e falsità, e, moralmente peggio, quelli che partendo da bisogni effettivi della gente, anche drammatici, abbindolano il prossimo senza sapere un piffero del fenomeno, che non saprebbero governare, ma sul quale sparano contraddittorie minchiate in forma di proposta, cavalcando divisioni e disorientamenti, il malcontento, per rimediare un miserabile vantaggio politico.
Sta di fatto che ora siamo di nuovo "in maniche di mutande" e c'è da patire, e il cacio c'è tutto da rivincerlo ... auguri