Mio padre 38 anni fa fu autore di un triste primato: ricoverato per un ictus nel vecchio ospedale di Via Victor Hugo, si spense una settimana dopo nella sede del "nuovo" nosocomio di San Rocco, dove era stato trasferito, primo paziente "perso" nella nuova struttura, nonostante il prodigarsi dei sanitari che, dopo averlo aiutato a superare il primo attacco, riportandolo alla coscienza, non ce la fecero con il fulminante secondo. La stessa sorte in simili patologiche circostanze toccò ad una persona che mi era molto cara (e che volutamente non cito) 8 anni dopo.
Certo è vero che la medicina ha fatto nel frattempo notevoli progressi, ed è vero che non c'è possibile controprova, ma molto spesso quando l'elicottero giallo mi passava sopra la testa mi è venuto da chiedermi se "mutatis mutandis", con una organizzazione della logistica simile a quella odierna, non si sarebbe potuto aggiuhgere un pezzo di vita a quelle due persone.
Devo anche specificare che nutro il massimo rispetto per coloro che si impegnano per un possibile miglioramento della qualità della vita, anche sanitaria, in quest'isola, ma il "possibile" non è un aggettivo caduto a caso nel discorso. Per questo mi ha favorevolmente colpito un post pubblicato su FB da Maurizio Bucchioni a commento della vicenda dell'"odissea di un paziente infartuato" sulla quale si è ragionato, in questi giorni.
Quelle di Bucchioni mi sembrano delle considerazioni razionali, non populiste e quindi forse neppure popolari, ma bisogna sempre avere il coraggio, se occorre, di saltare controcorrente, e mi permetto di copiarle qui di seguito.
"Ecco, anni a straparlare di Terapia Intensiva, come soluzione a tutti i mali. Ora, un reparto di emodinamica.
Ma perché, un'emoragia celebrale, un aneurisma aortico, un ictus, sarebbero trattabili nel nostro ospedale? Un politraumatizzato, con fratture multiple in varie parti del corpo, può essere normalmente, sottoposto agli interventi, che necessita con urgenza? Ammettiamo pure che il presidente Giani spenda milioni di euro, (per potenziare questo ed altri fronti ndr) perché non credo, che ci siano patologie, di serie a e altre di serie b.
Immaginiamo un ospedale, con tutti i vari reparti funzionanti, quanti intetventi, si avranno in un anno? 3-5-15 angioplastiche, e quanti pazienti per tutte le altre patologie 10-20-30?
Secondo voi quanto verrebbe a costare ogni intervento? Quanti medici, specializzati, accetterebbero di stare ad aspettare giorni a volte mesi, per praticare il lavoro, per cui hanno studiato 25 anni?
Ve lo dico io, nemmeno uno. Un medico vuol sentirsi utile tutti i giorni, vuole crescere, giornalmente mettendo la sua conoscenza, a servizio di più malati possibili, non stare con le mani in mano, per la miopia e l'ottusita' di quattro politicanti.
Se ben organizzato, il trasporto in elicottero puo avvenire in un'ora, con qualsiasi situazione metreologica, inoltre il mezzo, puo gestire innumerevoli, chiamate giornaliere.
Come sempre, la miopia tipica di un politico, si ferma all'Elba, ma l'arcipelago toscano ha molte altre zone, disagiate, Gorgona, Capraia, Giglio, Pianosa.
E fuori delle isole ci sono decine di paesini montani, non meno disagiati dell'Elba, quindi l'elisoccorso, è una risorsa indispensabile, sul territorio.
Impegnatevi piuttosto a potenziarla, a perfezionare i protocolli, ad ottenere personale, medici da garantire sempre voli con personale idoneo a bordo, questa è l'unica strada percorribile, per avvicinare i più svantaggiati, ai centri di alta medicina, alla possibilità di vivere".
Mi permetto di aggiungere che caso mai sono da aumentare le prestazioni ambulatoriali, le visite speciastiche i piccoli interventi, tutte quelle prestazioni che attualmente determinano il forte disagio sociale dei numerosi "passaggi del canale" per pazienti isolani che potrebbero benissimo, con una migliore organizzazione ed un ormai irrimandabile implementazione del personale sanitario, essere curati a casa propria.
In ultimo se è chiaro e umano chiedere il meglio, inviterei anche i cittadini a mettere il naso - come mi è capitato - in altre realtà territoriali del nostro paese, per rendersi conto di quanto la sanità nella nostra regione, nella nostra area e nella nostra isola, sia fin che si vuole perfettibile e migliorabile, ma niente affatto da disprezzare".