Caro Manuel, poco prima di cena mi ha chiamato Il nostro amico Roberto il “Mazzellino” dandomi la tremenda notizia. Nel farlo, per difendersi dal dispiacere e per lasciarsi un‘ultima finta speranza che questa non fosse vera, me l’ha comunicata come sicura al 99%. Sono subito andato su Facebook, dove in questi casi di notizie false, purtroppo non se ne trovano e visto un ”Ciao Manuel” sul profilo del nostro amico Andrea il “Grillo”, mi si è gelato il sangue. A quel punto l’ho chiamato e dopo aver ricordato e concordato con lui che per noi sei stato un n.1 come persona e come amico,eccomi ora a scrivere qualcosa per esorcizzare la morte, la tristezza del fatto che noi sei più con noi e l‘angoscia derivante dalla sensazione che un‘intera epoca e un intero modo d’intendere la vita e i rapporti umani si stia chiudendo. La morte la esorcizzo subito, dicendoti che non ci credo, così il problema in apparenza più grosso ce lo siamo levato di mezzo. Rimane comunque quello di sapere dove sei e se noi abbiamo qualche speranza che l‘attuale senso di sconforto e di solitudine, non solo fisica, sia sbagliato e infondato. Non so darmi una risposta precisa a questa domanda e a questo dubbio, so solo che quando ripenso ai nostri tempi d’oro, ai nostri vent’anni e anche oltre, all’allegria, alla spensieratezza, alla inesauribile energia, alla fantasia, alle cene a casa da te e alla “Stella Marina” che con la tua grandissima mamma Anna in cucina, era allora uno dei migliori, se non il migliore, ristorante all’Elba; so solo che se ripenso alle nostre nottate, brillantemente e meno brillantemente concluse, al Norman’s dal mitico Mario Bassi che ci faceva sentire sempre come a casa, alla Perla, al 64, al Bahia’s, partendo magari da Anselmo come in questa foto, per arrivare poi per caso e all’improvviso, da amici in giro per l’isola, a Naregno da Carla, dai suoi fratelli e dai suoi splendidi genitori o ad una festa a casa del Pino, per ritrovarsi infine e di mattinata, da Peeter a Capoliveri, al Tinello da Gianni o da qualche altro amico/a; so solo che se ripenso a quel mitico, leggendario e irripetibile primo Maggio, partito dalla festa organizzata alla Costa dei Gabbiani, finito Porto Azzurro con il microfono in mano a Fabio il Colella (Toshiro) e intervallato dalla cena per il tuo compleanno (proprio il primo di Maggio) a casa tua con la splendida Anna, che ci aveva preparato di tutto, pur essendogli capitati in tanti e all‘improvviso e con il non assolutamente ripetibile tu babbo Alfredo a tavola con noi a raccontarci delle sue avventure di meccanico motorista marino insuperabile e di uomo brillante in giro per il mondo in coppia con Mario il Brandi “Romboli”, tra Cap d’Antibes, Cannes, Saint Tropez, Parigi e il Moulin Rouge, il Principato di Monaco, Las Vegas e il César Palace, la famiglia Agnelli, Frank Sinatra, Brigitte Bardot e a tanti altri personaggi e fatti più o meno famosi, che a molti parevano non veri ma solo raccontati benissimo da un grande artista e che invece erano verissimi; so solo che quando penso che il tu babbo, Mario e il mi babbo s’incontravano alle frequenti cene organizzate tra amici, dice essere state epiche e per pochi fortunati eletti quelle organizzate da un altro grande da poco scomparso, ovvero Mario “Marione” il Boldrini, nascevano incantevoli dispute amichevoli tra leoni, forse un tantino alimentate e ricamate dal fuoco del vino e dal soffio degli altri commensali, compreso Franco il Cioni, (Gargia o Cangino) altro Leone di mondo, ma comunque tutte vere alla base e nelle quali il mi babbo tirava fuori il suo repertorio di attore che aveva recitato tra gli altri con Antony Queen, Adolfo Celi, Alida Valli, Rosanna Schiaffino, Rose-Marie Dexter e Gigi Rizzi, tanto per ricollegarsi all’epopea della Costa Azzurra e di Brigitte Bardot; so solo che quando ripenso a quell‘epoca, alla tua grande e genuina amicizia, al tuo grande cuore che ieri ha ceduto, forse proprio perché troppo grande, intuisco che sicuramente te sei lì da qualche parte, che non può essere finito tutto così, in maniera vana.
Ciao Manuel...Un abbraccio forte a Alfredino, anche se l’ho visto poche volte e a Dino.
Michel Donati