Non sopporto la pubblicità. Accendo la televisione e, inesorabilmente, dopo pochi attimi, parte una maledetta serie di annunci. La stessa cosa mi succede le pochissime volte che accendo l’autoradio. Mi sembra che un Grande fratello mi stia spiando e si diverta a farmi i dispetti.
Favolosi sconti che bisogna assolutamente non perdere. Poltrone, divani, letti comodissimi sempre scontati del 50 e anche del 70 per cento. Il prezzo vero? In realtà è quello scontato. Lo sconto da favola proprio non esiste. Insomma mi sento preso sfacciatamente in giro! Confezioni di creme per la cura della pelle delle signore di una certa età. Costerebbero, così ti dicono, 250 euro, ma, grazie ad una offerta straordinaria e irripetibile, si possono acquistare, incredibile a dirsi, con soli 29 euro! Per la precisione 29 euro e...... 99 centesimi! In questo caso la presa per i fondelli è doppia. Riguarda il reclamizzato maxisconto e i 99 centesimi! C’è la famiglia italiana, madre, padre e in genere due figli che la mattina si alza sempre contenta. Tutti scherzano e sorridono. Ce ne fosse mai uno un po’ imbronciato perché non si è svegliato del tutto e vorrebbe ancora dormire! Ma è l’ora della colazione e ci sono sulla tavola apparecchiata con cura in una splendida, ordinatissima cucina biscotti, briosce o gustosi cioccolatini. Sono proprio quei biscotti, quelle briosce o quei cioccolatini che danno l’energia necessaria per affrontare la giornata. Che aiutano ad essere sempre contenti e a sorridere. E poi le autovetture. Sembra che costino una sciocchezza. Tutte le rate sono a tasso zero! Per pagare la prima hai sempre qualche mese di tempo. Naturalmente quante sono non te lo dicono. Dicono piuttosto che sono “comode”. Non ho mai capito perché una rata, che devi senz’altro pagare alla scadenza, possa definirsi “comoda”. E poi ti fanno vedere l’auto che attraversa paesaggi meravigliosi, che corre su strade deserte, dove non c’è nessuno, neppure un gatto randagio. Niente file, niente ingorghi, niente smog! Insomma acquistare quell’auto è come acquistare la felicità! E le Banche. Che dire delle Banche? Se guardi bene il tuo estratto conto ti accorgi che gli interessi attivi che ti vengono riconosciuti sui soldi che hai messo in deposito sono dello 0 virgola ....per cento. Può succedere che l’ammontare degli interessi sia inferiore al costo della gestione del conto corrente che ti viene addebitato. E se hai bisogno di un prestito, scordati lo 0 virgola come interesse passivo. Ma le banche sono tutte pronte a darti una mano, specie in questo periodo difficile di pandemia. Che diamine! Qualcuna è addirittura “costruita” intorno a te.
Ho fatto un abbonamento on line ad un quotidiano. Era economicamente conveniente. Ho deciso di disdirlo a causa dei continui, martellanti messaggi pubblicitari che mi tocca sorbire ogni volta che desidero leggere qualcosa. Arrivano all’improvviso. Sono costretto ad interrompere la lettura. Per cancellarli devo cliccare su una crocetta in alto a destra. Ma non basta. Devo anche far presente per quale motivo il messaggio non mi interessa. La risposta in automatico di chi te lo ha inviato è che proverà a non disturbarti più. Ma, guarda caso, non ci riesce mai. Ritornerò, senza esitazione, al cartaceo.
Seguo con molto interesse lo sport in genere. In particolare il tennis. Se il torneo è importante, durante ogni partita ti sottopongono ad un vero e proprio “lavaggio” del cervello. La medesima pubblicità viene ripetuta, con insistenza snervante. E con le partite di calcio la stessa zolfa. In occasione degli ultimi europei hanno organizzato un vero e proprio “tsunami” pubblicitario.
In qualunque canale televisivo, non c’è trasmissione che non venga interrotta. Da più di un anno si discute molto di pandemia e spesso vengono rivolte domande agli scienziati presenti su questioni di grande interesse per gli ascoltatori. Fatta la domanda, vorresti conoscere subito la risposta del virologo, dell’epidemiologo, del fisico...., insomma del professore invitato. Ma il conduttore si scusa con il prof e invita i telespettatori a pazientare perché deve mandare in onda la pubblicità. Che rabbia! Che comportamento insolente nei confronti dei vari prof e degli ascoltatori. Ma di fronte alla necessità di pubblicizzare un detersivo che impedisce la formazione di calcare nella lavatrice, una dissetante bevanda estiva, un miracoloso prodotto che ci fa passare in un attimo il mal di testa o ci “aggiusta” un po’ la prostata che non funziona molto bene, tutto è permesso, tutto è lecito. Credo che la stessa cosa avverrà, in un prossimo futuro, durante le edizioni dei telegiornali, tra una notizia e l’altra. O, meglio, dopo una notizia molto generica su un evento di forte impatto nell’opinione pubblica. Ad esempio un terremoto. Temo, infine, che troveranno il modo di infilare qualche spot veloce anche in occasione della celebrazione della Santa messa. Non so, durante il rito della comunione.
Tralascio di parlare delle promozioni che raggiungono chiunque abbia un cellulare all’avanguardia. Con quello che avevo, fino a qualche giorno fa, ero super protetto. Era un cellulare classe 1999. Lo consideravo il mio “ragazzo del ’99” e c’ero affezionato. Purtroppo mi ha lasciato. Si è definitivamente spento. Ho subito rimediato con un altro cellulare, acquistato al modico prezzo di € 39, che ha grosso modo le medesime caratteristiche. Mi salverà anche lui dai bombardamenti pubblicitari. Non sopporto la pubblicità. La odio!
Giovanni Fratini
Caro Giovanni
Comprendo il tuo disagio e confesso pure che spesso ho scelto di vedere il film del martedì su Rai5 (o film e altri programmi su RaiPlay) per non essere massacrato dai messaggi pubblicitari che, come si diceva una volta, "interrompono le emozioni". Sì, confesso che le forzate pause a scosciagalletto infastidiscono pure me, ma la pubblicità ha le sue ragioni, e non viene sempre per nuocere.
Te ne fornisco una di ragione (minima eh): senza pubblicità, un servizio come quello che assicura (ormai da quasi 19 anni) Elbareport alla cittadinanza, non sarebbe possibile erogarlo, nonostante il gratuito lavoro di ogni giorno e le corpose "integrazioni" (di tasca propria) indovina di chi.
Atteso quindi che tutta l'informazione e l'intrattenimento prodotti dai privati e "somministrati" in chiaro sono consentiti solo dalla pubblicità, secondo me il tuo ragionamento avrebbe una maggiore valenza se più mirato sul servizio pubblico, per il quale i cittadini pagano già una tassa che viene loro "comodamente" sottratta ogni volta che pagano la bolletta dell'energia elettrica. A mio parere è una vera ingiustizia che si paghi due volte (con la pubblicità e con il canone d'abbonamentro in tuta mimetica ma ben operante) lo stesso servizio.
Ma può accadere (e accade) di peggio.
Ad esempio, la sede legale di Elbareport è a casa mia (la nostra redazione è ovviamente virtuale) ed ogni impresa che possieda un qualsiasi strumento atto a captare le trasmissioni (quindi anche un semplice PC), è obbligata a pagare un canone, pure molto maggiorato e non "in comode rate"), inutile dire che in quell'abitazione si paga già il canone, inutile dire che non siamo aperti al pubblico (come ad esempio un bar che offre le trasmissioni come servizio): dura lex sed lex! il giornale, dal suo quasi anoressico bilancio deve cavare i soldi pure per questo balzello.
Come dire: becchi, bastonati, e poi pure "zampicati" bene bene.
sergio