Dopo la reductio ad sepem (riduzione a siepe) effettuata lo scorso anno, di una decina di alberelli di oltre 2 metri di oleandro, in Calata Mazzini, nel centro storico ferajese, che l'applicazione di una precedente arte topiaria (non è quel che pensa, assessore) aveva prodotto in alcuni anni di naturale crescita, si registra un nuovo intervento ispirato alla filosofia del "rasato è bello, pelato anche di più" che impazza ormai da troppo tempo nella "città di Cosimo", e che considera le essenze arboree come fastidiose escrescenze, elementi deturpanti le belle spianate di cementi ed asfalti che tutto il mondo ci invidia.
Infatti i killer dell'oleandro hanno colpito ancora, sempre su piante di circa due metri, quelle che ornavano una lunga scalinata appena sopra Via dell'Annunziata /Via Carducci.
Da noi interpellato, un noto arboricoltore ha confermato che l'intervento effettuato non si può definire di potatura, avendo prodotto - a suo parere - "danni biologici paesaggistici e ambientali".
In sostanza, secondo il nostro tecnico chi li ha praticati (e/o disposti) non saprebbe nulla di piante e di verde.
Invece del Piano del Verde lo spiano (o lo spianto, o ancora il pianto, a piacere) insomma.
E zitti, puppatevi i diti e uniformatevi alle perle di saggezza insulare: il "Lassamoli fa' ... avessero a fa' peggio" ed il rimato "se così vole il padrone - che ti importa a te, coglione?"