Sentir parlare di “clima violento e mafioso” fa pensare alle innumerevoli stragi che hanno insanguinato il nostro paese più che agli abitanti di Bagnaia ma tant’è, almeno a quanto scrive il Tirreno online. Lo avrebbe dichiarato il Sindaco di Rio in merito a al danneggiamento alla Casa del Pescatore.
Naturalmente mi dissocio dagli aspiranti demolitori ma, vivendo a Bagnaia da una ventina d’anni, posso affermare che il loro intervento ha l’aria di essere più dimostrativo che altro, essendo la Baracca già a pezzi da diverso tempo.
E, se anche così non fosse, trovo che definire, senza alcuna pesante e credibile pezza d’appoggio, una comunità come violenta e mafiosa non sia particolarmente appropriato per il Primo Cittadino di quella stessa comunità, e soprattutto non serva a capire quanto successo e, speriamo, ad evitare che simili episodi si ripetano.
Se poi vogliamo entrare nel dettaglio, quanto al violento, è innegabile che a qualche scazzottata alcuni bagnaiesi, oltre a diversi altri elbani e non, abbiano partecipato, soprattutto nei decenni trascorsi.
E’ vero pure che anticamente – specie in Portoferraio - si costumava definire “colpo alla bagnaiese” un pugno robustamente depositato “tra capo e collo” all’antagonista di turno, ma erano altri e rudi tempi, nei quali i più focosi e testosteronici giovinotti, ovunque dal Cavo a Punta Nera, se le davano e ne prendevano frequentemente, senza andare poi al Pronto Soccorso a farsi refertare un occhio nero, e comunque non commettevano esecrabili atti vandalici.
Non vorrei deludere il Sindaco ma ora e da diversi anni, per la verità, la situazione, almeno a Bagnaia, è molto pacifica.
Quanto al mafioso se il Sindaco si riferisce a quella cultura secondo la quale, anche se venuti a conoscenza di qualche reato, del tipo magari di una edificazione abusiva o di una discarica illegale (che fanno comunque più danni al comune patrimonio di un "colpo alla bagnaiese"), non si denuncia il proprio vicino a meno che la cosa non ci tocca direttamente spiace molto dirlo ma riguarda non solo Bagnaia, non solo l’Elba, ma l’Italia intera. Riconoscere, pur con il necessario equilibrio, la prevalenza del bene comune sugli interessi individuali potrebbe essere un primo passo per muoversi in una direzione più limpida dell’attuale. Nel caso specifico non sembra sia successo.
Beppe Contin
Socio di Amici di Bagnaia