Caro Michele,
ho molto apprezzato il tuo intervento di ieri a “Piazza pulita”. Hai dimostrato che nella piattezza del pensiero unico televisivo è possibile una voce di dissenso in cui sia detto “qualcosa di sinistra”, come suggeriva Nanni Moretti.
Ti scrivo, come psichiatra in pensione che osserva e ascolta la follia dell’uomo comune, dal mio disincantato punto di osservazione, dall’estrema periferia dell’isola d’Elba: come Fernando Pessoa, infatti, ho scelto di vivere senza viaggiare, perché immaginare è già viaggiare in un milione di mondi.
Nel tuo intervento mi è piaciuto soprattutto il riferimento a Gino Strada e mi piacerebbe che il popolo del pensiero unico (formato dalle “teste psichiatricamente eccitate” dalla rabbia vendicativa di andare in guerra e da una controparte “psichiatricamente depressa” che si squalifica da sola per la debolezza delle proprie lamentose argomentazioni) vada a rivedere in modo disincantato l’intervento di Gino Strada, presente su youtube come “Gino Strada – Verso un mondo senza guerra”. Vorrei allargare il discorso di Gino Strada facendo notare che all’interno del concetto di guerra deve essere incluso il rischio di estinzione a causa delle conseguenze del riscaldamento globale, che alcuni “Stati sovrani” – e, soprattutto, i poveri di questi Stati - stanno già subendo.
Vorrei ancora allargare il discorso di Gino Strada perché la sua proposta di “movimento per l’abolizione della guerra”, pur individuando la forza insita nella possibilità del collegamento a distanza dei social media, riduce questa forza a firmare una petizione che con milioni di firme giunga ai potenti del mondo.
Ragioniamo! La debolezza dell’ONU sta nel fatto che è strutturato sul Consiglio di sicurezza, i cui membri permanenti sono i cinque paesi “vincitori della seconda guerra mondiale”: USA, Russia, Cina, Francia e Gran Bretagna. L’ONU non può svolgere il suo ruolo “super partes” se c’è il veto di uno di questi cinque paesi, che, com’è evidente, ci stanno portando sul baratro della fine della Vita sulla Terra. Solo l’ONU, formato da tanti Stati sovrani con pari diritti e pari poteri può essere il luogo di mediazione e di riconciliazione delle controversie tra gli Stati. Ne consegue che la riforma dell’ONU come organismo con pieni poteri di pace dovrebbe essere l’obiettivo alternativo al pensiero unico, che divide il mondo in “sfere d’influenza”.
I membri permanenti del Consiglio di sicurezza non accetterebbero ovviamente questa prospettiva, ma i loro popoli sì, a patto che siano adeguatamente informati. Il “movimento per l’abolizione della guerra”, auspicato da Gino Strada, dovrebbe allora costruirsi sul confronto attivo e diretto sulle piattaforme web tra gli individui e, in ultima analisi, tra popoli.
Nel mio piccolo sto proponendo proprio questo in un percorso di piccoli gruppi, collegati tra di loro su piattaforme internet, in modo che realtà geograficamente distanti, appartenenti anche a nazioni diverse, possano collegarsi e co-costruire il “no” alla “guerra globale” già in atto . Questo percorso si articola in tre fasi: 1) nella prima dovrebbe essere sviluppata la consapevolezza globale del sé e della Vita sulla Terra attraverso l’integrazione della dissociazione psicosomatica dentro e fuori di ognuno, una visione superiore del mondo condiviso e la riappropriazione del potenziale umano; 2) nella seconda questa consapevolezza dovrebbe essere verificata, all’interno del piccolo gruppo e tra gruppi, nella rettitudine degli atti della vita quotidiana momento per momento; 3) nella terza il vivere in armonia con la bontà originaria, propria di ogni Uomo, dovrebbe compenetrare i popoli, tanto da trasformare l’utopia, la riforma dell’ONU, in progetto.
Questa proposta si situa ovviamente all’interno dei movimenti di cultura comprendenti gli ecologisti (verdi, WWF, Lega Ambiente, Green Peace, World Watch Institute etc), chi si occupa di salute naturale e olistica, le associazioni di volontariato e di garanzia dei diritti (Amnesty, Emergency, Italia Nostra etc.), chi si occupa di Commercio Equo e Solidale etc.
Quello che sto e stiamo facendo rimarrà utopia? Se i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell’ONU avranno la meglio, la morte prematura della Vita sulla Terra è garantita per riscaldamento globale o per bomba atomica o per terrorismo o per crisi economica o per nuove infezioni suscitate dall’uomo. Morire per morire è meglio morire da vivi, combattendo fino all’ultimo per la Vita sulla Terra!
Con affetto,
tuo cugino Adolfo Santoro