Il Ministro per le Infrastrutture Salvini nel negare qualsiasi responsabilità per la strage di Cutro dichiara che “ Tutte le regole sono state rispettate”. Nel dubbio che il ministro abbia un’autonomia intellettuale di pochi secondi che gli consente di generare soltanto frasi lapidarie ma non i ragionamenti sottostanti provo a continuare, mettendogli in bocca le parole che purtroppo non ha mai pronunciato. “E dunque se il rispetto delle regole ha causato una strage di innocenti come quella verificatasi sulla spiaggia di Cutro è evidente che tali regole vanno cambiate”.
Il problema infatti è che la tragedia di Crotone è dovuta proprio a quelle regole scritte in parte dall’ex Ministro Minniti che affidò alla Guardia di Finanza, sottraendola alla Guardia Costiera, la responsabilità operativa della sorveglianza in mare ai fini del contrasto dell’immigrazione clandestina e che lo stesso Ministro Salvini, avvalendosi dal suo avatar Piantedosi, Ministro dell’Interno, per metterle in bella copia, ha implementato con il risultato di rallentare il salvataggio dei naufraghi nella speranza infantile di dissuaderne altri dal mettersi in mare.
Dopo aver registrato, forse con una certa amarezza, che il diritto e le convenzioni internazionali impongono di garantire il soccorso in mare “alle persone in difficoltà, indipendentemente dalla loro nazionalità, dal loro status o dalle circostanze in cui si trovano” il nostro avanzo di balera ha pensato bene di servirsi di una serie di procedure tali da attivare la prestazione di soccorso solo quando le persone in difficoltà sono, con buona probabilità, o in gravissima difficoltà oppure, come purtroppo è successo a Cutro, non più recuperabili.
Da un lato vietando alle ONG di effettuare più di un soccorso alla volta e costringendole a sbarcare i naufraghi raccolti in porti che distano centinaia di miglia dal luogo del salvataggio. Dall’altro, come nel caso specifico di Cutro, dando seguito alla segnalazione di Frontex di un barcone in probabile difficoltà attraverso una operazione di “repressione reati”, cioè di polizia gestita dalla GDF, anziché attraverso una operazione di “ ricerca e soccorso in mare” da effettuarsi con i mezzi ed il personale adeguato della Guardia Costiera.
Un po’ come se in seguito ad una segnalazione di incendio venisse inviata una volante della PS invece dei pompieri.
Il drammatico risultato è sotto gli occhi di tutti. La Presidente del Consiglio ha spesso dichiarato di essere una patriota.
Bene, se davvero ama l’Italia si liberi in fretta dei 2 pericolosi azzeccagarbugli.
Brigantemmezzo