Ci scrive un lettore che in precedenza ci aveva inviato un commento sull'aeroporto che non avevamo ritenuto opportuno pubblicare:
Caro direttore la mia era una domanda sarcastica se (NDR in relazione al no all'ampiamento aeroportuale) Legambiente è finanziata dalle compagnie di navigazione.
Visto che non avete pubblicato il mio commento devo supporre che ci sia un fondo di verità, e che voi siate compiacenti. Complimenti vivissimi.
Con rinnovata stima, David Gentili
Caro Gentili
La sua domanda era così chiaramente sarcastica da esporci entrambi (io e Lei intendo) a rischio, anzi a quasi certezza, di querela per diffamazione, che chi guida l'associazione ambientalista sarebbe stato moralmente obbligato ad intentarCI.
Sulle dazioni di denaro non si scherza, neanche al bar, tantomeno su una testata giornalistica.
Il supposto tono giocoso (nel caso non proprio chiaramente intellegibile) non CI avrebbe garantito impunità, anche perché ci sarebbe stato sicuramente qualche decerebrato che l'avrebbe presa sul serio, plaudendo e pure propalando.
Sarebbe fin troppo facile osservare, in merito alle elargizioni che l'ipotizzato finanziatore (anti-aeroporto) avrebbe concesso a Legambiente, che lo stesso munifico, ha altro a cui pensare, trovandosi al momento in ambascie giudiziarie nazionali, per aver finanziato il blog di un noto saltante ottottero, secondo gli inquirenti con una non giustificata "balla di quadrini" .. (ma chi vivrà vedrà).
A Legambiente poi si possono formulare tutte le critiche del mondo, in relazione sia all'argomento specifico dell'aroporto, sia su altri versanti, è il gioco della democrazia, ma posso assicurarLe che, sotto il profilo della personale onestà di chi la dirige e l'ha diretta in questi anni, non si può formulare l'ombra di un'ombra di dubbio.
E paradossalmente posso testimoniarlo pure in modo diretto, perché il primo - giustamente dimenticato - presidente di Legambiente all'Elba, in ormai lontano tempo, è stato proprio chi Le scrive, che - per inciso - dal gruppo Onorato ha ricevuto non "mazzette", ma 3 delle 22 querele per diffamazione (con nessuna condanna), collezionate nella sua ormai cinquantennale attività di pubblicista-collaboratore-direttore di testata.
Ciò premesso e dopo averLe ricordato l'antico adagio "scherza coi fanti ma lascia stare i santi", La ringrazio comunque di averci scritto, e per averci dato occasione di raccomandare equilibrio e prudenza (oltre educazione ma non è il suo caso) nel vergare commenti, che sono soggetti come noi tutti al rispetto delle persone e della legge.
sergio rossi