"Ecco il ridente Maggio - ecco quel nobil mese - che viene a dare imprese - ai nostri cuori - è carico di fiori - di rose e di viole - risplende con il sole - ogni riviera..."
e invece questo Primo Maggio si è destato sotto un cielo plumbeo che lacrima - avrebbero detto i vecchi - un "acquastrino", la pioggerellina (almeno) utile perché un po' inzuppa, allevia la sete della terra, senza gli scrosci dei temporali dilavanti che a poco servono.
Mi viene da riflettere sulla natura e sulle persone, quelle: "acquastrine" che sono ogni giorno alla stanga che tirano la carretta, che si arrabattano sotto cieli di ogni mondo, normalmente in silenzio, e i "temporaleschi" che tuonano di tanto in tanto, che vivono dei proclami, del vorace alimentare il proprio ego, dell'appuntanarsi medaglie su medaglie e nastrini. Quelli a cui pensava chi, sessanta anni fa (non ieri), aveva scritto un'altra canzonetta "seria", che recitava " ... una politica che è solo far carriera - il perbenismo interessato - la dignità fatta di vuoto - l'ipocrisia di chi sta sempre - con la ragione e mai col torto - è un Dio che è morto..."
Una canzone che dalla RAI bacchettona fu censurata, ma che fu trasmessa (pensate un po') dalla Radio Vaticana, all'interno della quale si comprese il messaggio di speranza che seguiva la denuncia, con la speranza di una Resurrezione laica: "se Dio muore è per tre giorni..." e il messaggio visionario, utopico di quei giovani in quei giorni "... nel mondo che faremo Dio è risorto"
Sì, la pazienza è la virtù degli acquastrini, il sogno di un mondo migliore la loro benzina, la capacità contadina di piantare alberi dai quali altri raccoglieranno frutti.
Come ogni mattina ho acceso il PC e mi è apparsa la foto dei miei cinque nipoti sorridenti e schierati in ordine di età: da quello che è all'università ai due che sono in prima elementare-
Forse sono loro gli alberi che ho contribuito (in parte) a piantare, quelli che mi rendono accettabile un naturale declino.
Comunque vada, a rischio di passare da ingenuo, da sognatore, sono convinto che ci sarà chi farà meglio di quanto abbiamo fatto noi, che ci saranno altri 1° Maggio benedetti dal sole, nei quali sarà più allegro, orgoglioso e motivante andare a cantare sotto la lapide in Piazza Gori:
Vieni o maggio t'aspettan le genti / ti salutano i liberi cuori/ dlce Pasqua dei lavoratori/ vieni e splendi alla gioia del sol.."
(foto di Alessandro Beneforti)