Gentile Direttore, sono Enrico Tonietti, consigliere di minoranza della lista Vivere Porto Azzurro. Sebbene politicamente un novizio, ritengo di essere sufficientemente in grado di distinguere una critica da un rancore, un'analisi da un disprezzo. Non condivido totalmente né il suo intervento né quello dell' Assessore Rizzoli, ma rispetto pienamente le vostre opinioni perché sono quelle di persone che ci sono " rimaste male ", di persone che si aspettavano di più, che speravano di più. La vostra delusione è anche la nostra. Lo stesso rispetto non posso manifestare nei confronti dell'autore dell'intervento "L'Elba, le elezioni di primavera e il comune unico". Qui non siamo in presenza, come si vuol far credere, di una delusione, qui siamo di fronte a mistificazioni della realtà e allusioni di bassa lega.
Cosa intende il fantomatico elbano deluso quando scrive che la lista “ Vivere è riuscita ad avere i due consiglieri di minoranza , magari con l’aiutino della maggioranza"? quale venticello calunnioso vuole insinuare? Francamente poco mi importa sapere quale rancore muova tale persona, o chi essa sia, ma dovrebbe quantomeno astenersi dal tentare di gettare fango su un gruppo di persone che ci hanno messo un nome, una faccia, tanto impegno e passione.
Lascio il mio indirizzo mail che è: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. , in caso l'elbano deluso volesse contattarmi o incontrarmi. Potremmo condividere la delusione. La perfidia quella no, è tutta sua.
A Lei, Direttore, come è naturale che sia, la scelta se pubblicare il mio intervento, girarlo all'elbano deluso o cestinarlo.
Enrico Tonietti
Gentile Signor Tonietti, anzi Consigliere Tonietti
Non la conosco personalmente, ma già il cognome che porta depone a suo favore (visto che adoro la piaggese Annameri T. ed il suo compaesano Walter(ino) T.), ma credo di doverle, in tutta simpatia, alcune precisazioni.
Per iniziare non credo di essere “una persona delusa”, dai risultati elettorali: avevo previsto purtroppo giusto (esternandolo a “la Rossa”, al secolo Maria Grazia Mazzei, che può confermare) che il centrosinistra avrebbe perso tanto a Marciana Marina ed che a Porto Azzurro, ed anche che a Longone sarebbe andata meno peggio che alla Marina.
La delusione poi, creda, non è proprio nelle mie corde, chi mi conosce lo sa benissimo, ed io in questo momento non sono deluso dai risultati, sono invece parecchio incazzato (altro stato d’animo mi pare) col centrosinistra elbano, per l’inadeguatezza che ha dimostrato. Ma su questo ho già scritto (e non voglio ripetermi) col preciso intento di innescare una riflessione, necessariamente autocritica, tra i progressisti isolani, che mi pare inizi a svilupparsi.
Una riflessione a cui anche lei sta partecipando ed a cui ha partecipato pure il signor “Elbano Deluso”, il cui grado di perfidia non so valutare dal momento che mi mancano troppi elementi “locali” per capire e giudicare.
Di una cosa però sono certo: che lo spirito giusto è quello che traspare dal documento che la sua lista ha appena inviato alla stampa (speculare in alcuni passaggi a ciò che scrive il marinese di Pirro) che promette un’opposizione presente, costante e vera e soprattutto non la fine, ma l’inizio di un dialogo costante con una cittadinanza che deve essere conquistata ad un disegno di governo più solidale, più legalitario, più rispettoso dell’ambiente di quello che fino ad oggi gli ha somministrato le destre che si spappolano in tutta Italia, ma riescono a spadroneggiare da questa parte del canale, per la evidente poca consistenza del campo avverso.
Il centrosinistra elbano, se vuole smettere di essere subalterno e minoritario, ha una sola strada, caro Consigliere Tonietti: muovere il culo (o più educatamente lavorare, lavorare, lavorare); rendite politiche di posizione non ne esistono più, i “brand” dei partiti hanno valutazioni in picchiata, d’ora in poi e sempre più conterà la capacità di collegarsi con i singoli individui e con i loro bisogni.
Per certi versi si tratta, paradossalmente nella società ipertecnologica, di tornare a forme di attività politiche antiche, come appunto il serrato dialogo porta a porta, come la costruzione e l’implementazione di una originale cultura di una sinistra capace di guardare alla globalità quanto alla locale specificità, recuperando una capacità di studiare, prevedere, inventare, variare la politica di cui l’attuale centrosinistra isolano è desolatamente orfano.
Si può fare, e consideri questa affermazione come il migliore degli auguri per il suo mandato amministrativo
sergio rossi