Arrembare è un verbo usato nel gergo marinaro (cfr il noto "arrembaggio") con il significato di accostare (es. altra imbarcazione) o più semplicemente appoggiare, porre o spingere di lato qualcosa.
Ma i meno giovani tra chi legge si ricorderanno di aver sentito usare l'espressione "E' arivato l'arembapampane!" per commentare l'arrivo della prima vera ondata di freddo - in genere novembrina - portata da vento (Tramontana o Greco) proveniente dai quadranti settentrionali.
Le "pampane" (pampini in italiano) niente altro sono che le foglie delle viti, che in autunno seccano, cadono a terra lasciando la pianta spoglia.
L' "arembapampane" (con l'elisione della doppia "r" marcante elbanità) è quindi il vento che spinge e accumula il fogliame secco, in particolare sui bordi interni dei terrazzamenti vinicoli.
La colorità frase "E' arivato l'arembapampane!" sta quindi letteralmente a significare che si sta abbassando la temperatura atmosferica.
Ma l'espressione oltre il suo stretto significato, può essere usata come metafora, per sottolineare che sono giunti tempi socialmente duri, e non solo per il meteo, ed è al contempo un realistico invito a prenderne atto.
E soffia forte, freddo, amaro, l'arembapapane in particolare sui bambini che rappresenterebbero il futuro dell'umanità, i piccoli che qui ci limitiamo a mandare a scuola con il maglione più pesante.
Nasce nella più profonda Russia ma investe presto i bambini di Ucraina portando loro una grandine di morte tecnologica, spazza il Mare Nostrum dove altri "pezzi" del domani del mondo a centinaia colano a picco nel gelo di governanti impotenti ed inetti, di un'Europa di carta, e si spinge a latitudini impensate, per compiere altre stragi degli innocenti in Siria, Yemen, Kurdistan, fino al bagno di sangue, fino alla tragedia israelo-palestinese, alla mattanza di Gaza, con i criminali signori della guerra che impazzano, su tutti i fronti, con i mercanti di armi e morte (pure italianissimi), che si fregano compiaciuti le mani per i profitti che salgono.
E noi italiesi?
E noi dirottati a occuparci delle pubbliche ravanate di palle di un altopiazzato bischero, del Cognato d'Italia che ferma il treno, a spendere tutta la nostra pietà a scartamento ridotto per un povero singolo bimbo londinese condannato a non crescere, accettando al contempo, come numeri statistici, le migliaia di minori incolpevoli barbaramente trucidati in Palestina.
Quanti morti oggi? Ah è andata meglio di ieri.
Non ci resta altro che sperare nell'incazzatura degli oppressi: a partire dalla rabbia delle ragazze e delle donne vessate (o peggio molto peggio) dal maschilismo patriarcale (perché le cose si chiamano col loro nome), continuando con quella dei giovani senza lavoro o sfruttati, quella dei pensionati al limite della sussistenza, quella degli operai spremuti senza uscire dalla schiera dei poveri.
"Urlino le ingiustizie del mondo" disse un tale anni fa.
L'arembapampane cattivo prima o poi dovrà smettere di soffiare.