Tanti anni fa a zonzo per l'Europa, dopo un lunghissimo e un po' avventuroso viaggio in macchina, costellato da episodi che alimenterebbero una cascata di "a sciambere", giungemmo a Porto nel Nord portoghese.
Appena arrivati e scesi dall'auto venimmo abbordati da un ragazzino che poteva avere si e no dieci anni, il quale ci chiese dieci escudos, ma lo faceva con una ghignetta dura, non mendicava, pretendeva, e al mio chiedere il perché, il seghino mi fece capire che se sborsavo quanto richiesto, lui avrebbe "fatto la guardia" e non ci avrebbero tagliato i copertoni.
Considerando che il pizzo ammontava a sole corrispondenti lire 190 pagai, con la mia compagna di viaggio che commentava: "Questo da grande minimo rapina le banche".
Ma il bello doveva ancora venire e fatti pochi passi ci trovammo davanti ad una 124 Fiat targata Verona da cui stavano scendendo due baldi giovinotti.
Erano dieci giorni che non incrociavamo un connazionale e, pur non morendone di nostalgia, ci avrebbe fatto piacere pillaccherare un po' magari scambiare giudizi sul Portogallo.
E così iniziammo a fare, finchè uno dei due non ci chiese quando ci eravamo fermati a Cascais. "No - risposi - ci siamo passati e basta!"
"Come - disse il giovinotto mostrando forte sorpresa - non siete andati a trovare il Re?"
"Il Re? O che Re?" Mi ero del tutto dimenticato che a Cascais risiedeva Umberto II° il "Re di Maggio" in esilio, che notoriamente riceveva tutti i connazionali che andavano a rendergli omaggio.
"Il nostro Re!" Interloquì il secondo veronese con aria sdegnata e vagamente minacciosa.
"Il vostro sì certo, a me quello non mi rappresenta un bel cazzo di nulla!" Replicai velenosamente (all'epoca ero abbastanza "fumino").
A quel punto con l'atmosfera che si scaldava ci fu il salvifico intervento del mio angelo custode che si interpose anche fisicamente e disse:
"Basta ragazzi, siamo tutti italiani, che figura ci si fa a litigare all'estero? Si rispettano l'idee di tutti, fuori di casa nostra dobbiamo essere davvero Fratelli d'Italia" (mancava solo la banda che partisse con l'Inno).
La piccola orazione comunque calmò gli spiriti e l'accozzato crocchio si sciolse, pur continuando gli sguardi in cagnesco.
Io però allontanandomi bofonchiavo: "Roba da chiodi, 4000 Km senza trovare un italiano e poi incocci due monarchici! monarchici, che ci so venuti apposta in Portogallo per anda' ad adora' quella mummia!"
Poi ripensandoci mi rivolsi alla pacificatrice: "Però... mica ti ci facevo così patriottarda!"
"Zitto tonto - replicò, tranquilla come al solito - che se la duravi, erano in due, anche grossi e ti gonfiavano".
sergio