La foto della panetta di hashish "abbellita" con il "santino" del massacratore mafioso, Totò Riina, rinvenuta in possesso di un balordo dalla Guardia di Finanza ci ha turbato non poco.
La notizia di cronaca locale si incrocia con quella maturata in uno scenario internazionale, proveniente dalla moderata e legalitaria Germania, che ha stabilito con specifica legge che la produzione ed il consumo, per uso personale, dei cannabinoidi, non è più un reato.
Sia chiaro che chi stende queste righe NON E', E NON E' STATO un consumatore di hashish, né si è mai fatto promotore del sistematico uso tossico di alcuna sostanza psicotropa (alcol ben compreso).
Già l'alcol, una "droga legale" che ammazza - direttamente, senza pensare a chi devasta come concausa - secondo gli ultimi dati epidemiologici disponibili, 17.000 italiani ogni anno.
Per non citare poi il devastante impatto che ha sulla salute pubblica il tabagismo - che induce lucrosi guadagni per uno Stato spacciatore - ma le cui ultime stime oscillano tra le 80.000 e le 90.000 vittime italiane ciascun anno.
Il tabacco, secondo dati ufficiali, provoca più decessi di alcol, aids, droghe, incidenti stradali, omicidi e suicidi messi insieme. E qui chi scrive parla pure con cognizione di causa in veste di paziente oncologico, toccato da una patologia che elenca come prima causa: "fumo da sigaretta".
Ma torniamo sui "terribili" cannabinoidi: secondo le fonti ufficiali: Il 14,6% degli italiani ha utilizzato cannabis almeno una volta negli ultimi dodici mesi. La maggior parte sia dei maschi che delle femmine, rispettivamente il 44,5% dei maschi ed il 62% delle femmine, ha consumato la sostanza in almeno 5 occasioni. Stiamo ragionando quindi di un uso da parte di 6 milioni circa di cittadini. Di questi quanti sono i deceduti direttamente a causa di abusi di cannabis? O (zero) se non prendiamo un singolo studio (guardacaso tedesco) che comunque conta i deceduti per fatali aritmie causate da assunzione di cannabis sulle dita di una mano monca.
Parliamo invece della vera merda assassina che circola abbondantemente anche da noi, e che è la cocaina, assieme all'eroina ed alle droghe sintetiche "da discoteca".
Circa la cocaina, assunta per lo più da adulti in delirio di onnipotenza da sabato sera, anche in "ottime famiglie", va sotolineato che è sostanza quanto mai pericolosa.
Uno studio ispanico (e noi siamo comportabilmente molto simili agli spagnoli) ci dice che il 3,1% delle "morti improvvise" (una cifra rilevante) sia da addebitare al solfato di coca.
L'eroina incide meno nella ferale statistica, ma continua "onorevolmente" a segnare 300 morti annue (per lo più da overdose).
Sul fronte delle droghe sintetiche, e delle sostanze originariamente farmacologiche usate impropriamente per drogarsi (abuso soprattutto diffuso tra le più giovani generazioni) il fenomeno - anche se non abbiamo dati certi - pare interessarci già troppo come territorio.
In particolare per la coca DA ANNI, INASCOLTATI, CHIEDIAMO ALLA ASL ED A CHI DI COMPETENZA DI COMPIERE SEMPLICI ANALISI SUI RESIDUI FOGNARI PER COMPRENDERE INEQUIVOCABILMENTE LE DIMENSIONI DEL FENOMENO ALL'ISOLA D'ELBA.
E veniamo alla doppia questione: quella della "supposta" dipendenza della cannabis, e quella della marijuana e simili il cui uso porterebbe fatalmente all'uso di droghe più "pesanti".
Nel primo caso l'effetto della dipendenza resta del tutto da dimostrare, si può è vero dipendere "psichicamente" dal farsi le canne per fuggire dalla realtà o dai propri problemi (esattamente come "stonandosi" con l'alcol, oppiacei, benzodiazepine etc) ma il passaggio automatico dalle canne alla coca è, oltre che un gratuito luogo comune, una fesseria.
Il legame tra stupefacienti leggeri e pesanti c'è, è vero, ma esso è costituito soprattutto dalla comune illegalità del mercato, dalle fonti di spaccio che finiscono per essere le stesse.
Il "santino" del mafioso appiccicato alla panetta è un messaggio inquietante, esso significa: "siamo noi i padroni del mercato, e ci potete far poco, prenderete qualche balordo, ma favoriti dal vostro proibizionismo, continueremo a spacciare coca e fumo quanto ci pare".
Il proibizionismo, lo dimostra la storia, ha sempre e solo fatto le fortune di chi per abitudine violava la legge, e ingenerato un aumento del consumo delle sostanze bandite, e la mossa dei governanti tedeschi, non fosse altro, ha cancellato dei reati bagatellari (che in Italia affollano le carceri di autori) ed ha spuntato un poco le unghie dei malviventi generici e dei mafiosi.
Aspettarsi un atteggiamento identicamente perspicace dagli attuali itali maggiorenti (specializzati in inventarsene di nuovi, pure insensati, di reati) sarebbe una illusione molto pia.
Sergio Rossi - antiproibizionista non consumatore di Cannabis