Non è proprio uno spazio angusto quello del cortile del Forte Inglese di Portoferraio, eppure sabato pomeriggio era affollato di persone, chiamate da Amnesty per un appuntamento "bivalente": la festa di compleanno (la prima) della sezione elbana dell'associazione, e la commemorazione di due "pacifisti ferajesi nel mondo e per il mondo" come furono Cesare Sangalli e Michele Castelvecchi, legati tra di loro da un'amicizia profonda, da un forte comune sentire e da una quasi contemporanea prematura scomparsa.
Un successo partecipativo che induce ad una riflessione: in un tempo in cui si assiste al languire delle forze (o meglio debolezze) politiche tradizionali, nel mezzo di una campagna elettorale improntata ad una noiosa ripetitività, al feroce distinguersi sulle pinzillacchere paesane, godono - anche nel microcosmo elbano - di ottima salute i sodalizi fondati sull'impegno, su versanti e valori globali del vivere: sull'ambiente, sul volontariato solidale, sull'accoglienza, sul pacifismo attivo, sull'informazione democratica, sull'internazionalismo, in una parola sulle vere libertà.
Non è insomma affatto vero che non ci sia più un diffuso bisogno di occuparsi di politica e politiche, al contrario si registra la necessità di un costante fattivo confronto, anche del semplice cittadino, su temi politici "alti" quanto "quotidiani" restituendo alla parola "politica" il suo originario nobile ed etico significato.
Per farlo occorre davvero pensare globalmente ed agire localmente, impegnarsi perché siano cancellate le ingiustizie del pianeta, senza maledire il buio, ma accendendo una candela, come dice - parafrasando Lao Tzu - Amnesty, pensandosi nel mondo e nel futuro dell'umanità anche dal cortile di Forte Inglese.
Sergio