Dopo aver accusato un lieve temporaneo disturbo ad una mano, su prescrizione del medico di famiglia, andavo a sottopormi ad una visita neurologica all'ospedale ferajese, quasi tentato di iniziare con lo scusarmi di andare a disturbare una specialista per una bagatella.
Ma l'esame a cui venivo sottoposto risultava lungo e accurato e terminava con una indicazione (per me) sorprendente: dovevo recarmi subito al Pronto Soccorso per ad una serie di successivi accertamenti, perché il "lieve fastidio" avvertito poteva avere origine da qualcosa di più importante.
Bene, il mio "ricovero" in ospedale e nel reparto P.S., durava circa 5 ore nel corso delle quali (oltre alla "neurologica" di cui sopra) mi venivano "erogati"
- Un elettrocardiogramma
- Una T.A.C. cranica
- Un Eco-doppler carotideo
Facendo quindi i consueti gesti apotropaici, che se reiterati rischierebbero di sconfinare nell'onanismo (Assessore lo so che non ha capito, se lo faccia tradurre in privato che siamo in fascia protetta) sembrerei destinato a continuare a dare fastidio all'umanità almeno per un po'.
Da rilevare sempre che nello stesso arco di tempo mi venivano fissate due successive prestazioni specialistiche (una cardiologica ed una Risonanza Magnetica al tronco encefalico) per le quali avrei dovuto attendere ben (!) tre e quattro giorni (per la cronaca indagini già compiute, all'Elba).
Ma devo sottolineare che, in una mattinata di luglio, sono stato curato e rassicurato, da una bella serie di Medici, Infermieri ed OSS, di cui non faccio volutamente i nomi, perché il riconoscimento di competenza, gentilezza, rapidità e capacità empatiche è da attribuire a tutto il reparto, e per esteso al NOSTRO Ospedale.
Aggiungo per chiarire di aver registrato che non ero certo il solo paziente trattato, in quelle ore, in metaforici guanti bianchi (oltre a quelli canonici di lattice).
Per chiarire (bis) penso che sia giusto rivendicare maggior personale, disponibilità di nuove strumentazioni, il tener conto sempre del fattore insulare e la necessità di scorciare (sul serio, non a politici discorsi senza soldi dedicati) le liste di attesa; occorre diminuire più che si può i "viaggi della speranza" in continente, ma, oltre episodici disservizi che possono comunque e ovunque verificarsi, penso che una rappresentazione drammatica della "sanità di scoglio" non sia né realistica né soprattutto utile.
E, sempre a tal proposito sarebbe opportuno anche un confronto con i servizi (di fa per dire) sanitari che "si puppano" altri concittadini italiani in territori diversi, per non parlare del resto del pianeta.
Chiedo scusa di aver scritto "per fatto personale"