Orbene: per un fortuito caso ieri sera sono spettatore di un lungo accuratissimo servizio trasmesso dal canale RAI-Scuola, avente per oggetto la geologia del nostro paese, in larghissima parte incentrato sulla narrazione della formazione dei diversi minerali (e di conseguenza metalli) proprio nella nostra area geografica.
Il programma ha un taglio divulgativo, ma è scientificamente accurato, in particolare mi colpiscono le argomentazioni di un docente dell'Università di Pisa, correlabili mi pare alla "scoperta" del cosiddetto "serbatoio geotermico", di cui ho finito di scrivere da qualche ora.
Mi entra una pulce in un orecchio, ma mi dico che avrò capito male, e tengo conto del fatto che la notizia che ho divulgato con ragionamento annesso, proviene da un altro docente universitario (di conseguenza da considerarsi attendibile).
Ma stamani la pulce diventa grossa quanto un topo, perché mi telefona il Prof. Giuseppe Tanelli geologo, già titolare di cattedra a Firenze e Napoli, ma soprattutto incontestabilmente uno dei maggiori conoscitori e studiosi della porzione di "crosta del pianeta" su cui vivono gli elbanesi.
L'amico "Beppe" mi avverte di aver mandato una mail sull'argomento, e me ne ripete i contenuti, assai coincidenti con la narrazione televisiva del ricercatore pisano.
Quello che segue è il succinto testo della mail:
Caro Sergio, nella notizia sul campo geotermico nell'Elba orientale c'è un grosso equivoco. Il campo geotermico in grado di produrre energia elettrica, come accade oggi a Larderello, c' era 5.5 milioni di anni fa, così come 7,5 milioni fa anni fa c'era nell'Elba occidentale. Oggi nella nostra isola resta una debole anomalia geotermica in grado di produrre davvero acqua calda.
Quindi? Quindi - una volta tanto - sono stato ignaro pascolatore di bufale.
Mi tocca perfino chiedere scusa se non metteranno le ali le magnifiche sorti e progressive energetiche che - istigato altri comunque da altri - avevo prospettato.
Accontentiamoci dell'acqua calda, alle brutte ci faremo il thè.
SR