Tonino Costa (patresaio) era lo storico fattorino delle Autolinee Lorenzi la ditta che gestiva i pullman - o come qualcuno li definì "i magazzinetti co' le rote" - che si inoltravano fino a Colle d'Orano dove la "strada" terminava, oltre per Chiessi e Pomonte si andava a piedi o al massimo col ciuco.
Spesso Tonino, approfittando del suo pendolare tra le campagne marcianesi e la lontana Feraja, svolgeva piccole commissioni o acquisti per conto di chi viveva nel Far West isolano, e un giorno si sentì rivolgere una singolare richiesta da parte di una compaesana:
"Tonino ho sentito che alla Marina so' arivati li turisti, me ne compreresti un mezzo chilo?"
Evidentemente la "Massaia Rurale" (come recitava il titolo di una rivista ancora in pubblicazione all'epoca) aveva equivocato, pensando che "li Turisti", fossero una novità alimentare giunta in distribuzione a Marciana Marina, che era curiosa di sperimentare.
A pensarci bene in fondo lo sfondone di quell'antica signora conteneva un profetico germe, di li a pochi decenni gli elbanesi avrebbero mutato le loro abitudini, nessuno si sarebbe dato all'antropofagia, nessun turista sarebbe finito in padella ma - chi direttamente chi di riflesso - tutti col turismo ci avrebbero "mangiato", e piuttosto lautamente.
Ma, per approdare ad una delle polemiche che hanno punteggiato questa lunga caldissima e pallosa estate, siccome "amor che a nullo amato amar perdona", a "mangiare col turismo" è inevitabile che si finisca per essere dai turisti almeno un po' "mangiati".
Trovare la conciliazione tra economia e la conservazione ambientale (che è la risorsa principale e la stessa motivazione per la quale tonellate di turisti vengono scaricate all'Elba) è e sarà il problema da risolvere.
Così all'impronta per cominciare ci verrebbe da richiedere a Tonino: "... me li compreresti una settantina di chili di sindaco che ci capisca di amministrazione? Poi li stiaffo in qualche comune dove c'è più bisogno...""
sergio
Foto di Catarullo Marinese