Gentile Direttore,
è settembre, si torna a scuola.
I giornali, la politica, i pedagoghi, gli intellettuali ed il mondo virtuale hanno un argomento dove sfogarsi un po', sproloquiare, e poi far ricadere tutto nel dimenticatoio.
Tutti hanno la ricetta giusta, tutti sanno cosa fare e come farlo, e nessuno si vuol ricordare che la scuola altro non è che un piccolo specchio della società, nel bene e nel male.
E nel mare di tutto questo vorrei lanciare un piccolo sasso; avendo solo come appiglio il fatto che percorro corridoi scolastici dagli anni ‘70, allora bambino felice della propria scuola ed oggi, può non crederci, professore ancor felice.
Si ricorda, una volta si diceva che andar a scuola era imparare a “leggere, scrivere e far di conto”.
Ebbene, oggi, succede che spesso (mi) arrivano alle superiori ragazzi che non sanno ancora “leggere, scrivere e far di conto” correttamente e, talvolta, nonostante tutto escono, si diplomano, e non sanno ancora farlo bene.
……sul perché possiamo parlarne ma tanto i signori sopra citati hanno già la loro mirabolante ricetta.
Qualcuno, sempre una volta, disse “far bene il proprio lavoro è la vera rivoluzione”.
Buon anno scolastico
Edo Marelli