Allora le elementari dei bimbi ferajesi erano raggruppate nell'edificio del Grigolo, che strabuzzava di bimbetti delle popolose "classi" del dopoguerra.
Noi del 48 non facevamo eccezione, eravamo davvero tanti, ma la nostra sezione aveva un tocco di originalità (per l'epoca): quella di essere "mista", composta da femmine e maschi, al contrario delle altre.
La nostra "signora maestra" non era di origine ferajese o elbana, si chiamava infatti Nerina Pecchioli Bettini (nome e cognome che sapevano di fiorentino).
Ce la ricordiamo come abbastanza severa, ma d'altra parte tenere le briglie di quella classe, dove c'erano un bel po' di elementi vivaci, non doveva essere semplice.
Una mattina, un po' contravvenendo al suo stile, la Maestra ci fece una sorpresa, portando in classe un marmocchio molto più piccolo di noi, uno scricciolo che era il suo secondo figlio.
La massa delle femmine in grembiulino bianco, sopraffatta forse dall'istinto materno, ruppe la tradizionale compostezza, fiondandosi sul frugolo e iniziando a spupazzarlo a turno, i maschietti, in lugubre nero d'ordinanza, restarono tutti a fare da spettatori.
Quello fu il nostro primo incontro con un bambino destinato a crescere tra gli isolani, a farsi apprezzare e voler bene da una intera comunità.
Tutto ciò prima di volare (e mai verbo fu più pertinente) via, verso altri cieli, verso una brillante carriera militare, sulle orme di un padre che era stato un Forestale.
Stava lontano Sergio, ma un filo d'acciaio di affetti e di amicizie continuava a tenerlo legato alla sua/nostra isola.
Noi due ormai siamo anziani, e quando ogni tanto ci si incontra, ci ritroviamo a parlare quasi da reduci, da sopravvissuti, e rivisitiamo insieme col pensiero quella classe, che però rivediamo con tanti - troppi - banchi vuoti.
All'appello della mattina mancano Paolo, Gigi, Francesco... altri ancora.
Ora non c'è più neanche il Generale Sergio Bettini, in veste di bimbetto-giocattolo da coccolare.
Ciao da Virginia Adriani - Sergio Rossi