Dopo tanti pezzi scritti per lui, non credo che Andrea avrebbe mai pensato che ne scrivessi uno su di lui. E soprattutto io non avrei mai pensato e voluto scrivere questo pezzo.
Mi è difficile credere che dopo un'amicizia trentennale e una quasi altrettanto collaborazione ai suoi progetti internet, il cammino sia dolorosamente finito.
Quando Andrea mi chiese di partecipare al progetto per il suo portale turistico, mi lusingava sentirmi chiedere, sempre col sorriso e la battuta: "Se non me li scrivi te i testi, chi altro me li potrebbe scrivere così bene?" E una volta finito, dirmi: "Adesso sì che questo sito diventerà il punto di riferimento per tutti!"
Perché Andrea era vulcanico, ti sapeva coinvolgere in tutto, non riusciva mai a dire di no. Come tutte le persone appassionate, era orgoglioso e attaccatissimo alle origini, nel suo caso la Sardegna, e allo stesso tempo disponibile a dare tutto alla sua seconda patria, Capoliveri in primis, ma tutta l'Elba in generale.
Inoltre, pochi lo hanno ricordato, ma non solo era un ottimo biker, tanto da andarsi a prendere il brevetto di guida, ma più di vent'anni fa conquistò il titolo toscano, mi sembra juniores, nei campionati che si disputavano ad Abbadia San Salvatore. La maglia vinta quel giorno credo che esista ancora, incorniciata da qualche parte.
Non aveva mai concretizzato quel suo talento, per quel vizio, in questo elbano al 100%, di non abbandonare la sua comfort zone del nostro piccolo mondo antico. Ma in bici non rinunciava di sicuro ad andare.
Ho un bel ricordo, un pomeriggio, che lo incrociai sulla Parata, in un periodo in cui lui non era in forma e io invece avevo un allenamento stellare e mi sentivo la dinamite nelle gambe. Torno indietro e dico: "Vabbè, ti accompagno fino a Rio e poi proseguo". Andando a un terzo, per non lasciarlo solo. E, arrivati a Rio, lui: "Arriva fino a Porto Azzurro". "Andrea, alle 9 fa buio, ho fatto solo venti chilometri, e ne voglio fa' almeno una settantina!". "Oggiù, che ti costa!" Morale della favola, lo accompagno fino quasi a Capoliveri, a una velocità oscena (forse appena una decina di chilometri orari), proseguire ma ormai facendomi sballare l'uscita e arrivare a buio, alle dieci e mezza. Ma ad Andrea non riuscivo proprio a dire di no.
E non mi capaciterò mai a non rivederlo più in sella a una bici, quasi una sua seconda natura.
Quando si candidò alle amministrative mise in luce la sua solita disponibilità, come in passato la dette per il volontariato alla Pubblica assistenza. Mi chiese cosa ne pensassi. E io gli dissi che questa volta faceva un errore, a mettersi al servizio di una pessima politica. Non era d'accordo, ma apprezzava la franchezza, come io apprezzavo la sua. Sono sicuro però che il suo impegno genuino, una volta eletto, non l'avrebbe fatto mancare.
Ciao Andrea. Penso che non ci vedremo mai più. Ma in caso contrario, non so dove, non so quando, ci faremo un bel giro in bici su strade tranquille.
Andrea Galassi