Mi inserisco nella querelle ormai giornaliera riguardante il servizio ex-pubblico di trasporto marittimo del nostro arcipelago per raccontare un evento, minore sicuramente rispetto a quanto avvenuto di recente, ma peraltro significativo di quello che sta succendo(ci).
Mio figlio stamani, sabato, doveva tornare a Pisa in vista di un prossimo impegno universitario, e si è imbarcato con il traghetto Aethalia (Toremar) che, a fronte di un orario di partenza fissato per le 11.00, ha staccato dal molo alle 11.20.
Chiaramente ciò ha comportato la mancata coincidenza con il bus delle Ferrovie ed il dover aspettare quello successivo, con un’attesa di circa un’ora e mezzo; infatti a differenza anche di una trentina di anni fa, quando a Piombino ogni mezz’ora c’era un treno utile da e per il porto, attualmente il servizio ferroviario prevede molti meno treni e molto più cari. Il progressismo “de no artri” (non il progresso) ed il virus contagioso delle liberalizzazioni senza se e senza ma, hanno infatti toccato, in nome di millantati vantaggi mai avvenuti, anche le care e vecchie “Ferrovie dello Stato”.
Sono sempre stato dell’idea (ma è solo un’opinione personale) che alcuni beni primari, l’acqua, le fonti energetiche, la sanità, i trasporti, i beni demaniali (le spiagge, tanto per fare un esempio) etc .etc, non debbano essere alienati, ma gestiti, con oculatezza sia chiaro, dallo Stato o comunque dalle Pubbliche Amministrazioni.
Tornando a quanto accaduto a mio figlio mi sembra che l’episodio non sia casuale, ma rispecchi un andazzo purtroppo frequente, fatto di costanti ritardi e disservizi più o meno gravi; non penso che in futuro il quadro potrà favorevolmente mutare e mi immagino già cosa accadrà fra una dozzina d’anni.
Vedo peraltro che le reazioni alle critiche rivolte all’attuale situazione venutasi a creare e conseguentemente a chi, scelleratamente, ha imposto una liberalizzazione tramutatasi in monopolio di fatto, sono stizzite e rimandano ad una attività di controllo che dovrebbe portare alla risoluzioni delle problematiche sino ad oggi emerse.
Sono molto dubbioso che la pletorica commissione regionale ad hoc istituita possa funzionare con un minimo di utile costrutto e non penso che nemmeno altri Enti possano o vogliano muovere foglia per evidenziare e sanzionare comportamenti della società di trasporto che possano arrecare danni all’utenza.
Apprezzerei una sana e sincera autocritica, una presa d’atto atto che le scelte della Regione e la loro attuazione gestita in primis dagli ultimi 2 due assessori ai Trasporti è stata un grave errore, anche alla luce del fatto che altre Amministrazioni Pubbliche, sia in Italia che all’Estero, nell’affrontare il problema della gestione del trasporto marittimo locale, da e per le isole, si sono comportate in maniera diametralmente opposta a quella messa in atto dalla Regione Toscana.
Tutti gli altri sono sprovveduti o scemi e solo in via di Novoli è arrivata la giusta “ispirazione divina” ?
Guido Provenzali