Il fatto, purtroppo, da tempo non è più una rarità sull’isola d’Elba e di produzioni casalinghe di marijuana, negli ultimi tempi se ne sono viste più d’una. Uniche note originali, in questa ennesima grave violazione della legge sugli stupefacenti scoperta dai carabinieri dell’Aliquota Operativa di Portoferraio: l’accortezza dell’illecito coltivatore di tenere le piante proibite a qualche decina di metri dalla propria casa, in una zona boschiva e impervia, a fondo aperto e lo scrupolo di annaffiarle con cura per garantirne la crescita.
Dei due comportamenti tenuti da un 44enne elbano, il primo serviva presumibilmente ad abbassare il rischio di far collegare la propria abitazione e la propria persona con la canapa indiana coltivata, il secondo era necessario per raggiungere lo scopo di ottenere da questa la marijuana, ma è quello che l’ha compromesso.
E’ stato infatti il paziente servizio di osservazione dei carabinieri di viale Elba a consentire di scoprire l’inequivocabile paternità della coltivazione (circa 50 piante di altezza massima di 125 cm, tutte contenute in singoli vasi) e quando l’uomo si è recato sul posto, con l’innaffiatoio in mano, per dare acqua alla sua speciale coltura, è scattato l’arresto.
La successiva perquisizione domiciliare ha consentito di rinvenire anche un bilancino e oltre due etti di piante già estirpate, di cui probabilmente si attendeva l’essiccazione, il che ha dato agli investigatori un quadro indiziario abbastanza completo sul ciclo produttivo e il fine ultimo dell’uomo, che arrestato per coltivazione e detenzione illecite di stupefacenti è stato portato, nella mattinata di ieri (7 giugno), davanti al giudice di Livorno.
L’autorità Giudiziaria labronica ha convalidato l’atto e ha ordinato la sottoposizione dell’imputato agli arresti domiciliari, che in attesa del proprio processo dovrà quindi rimanere in casa … astenendosi, tra l’altro, da sortite in giardini e boschetti circostanti
Compagnia dei Carabinieri di Portoferraio