L’ultimo intervento sul lungomare di Marciana Marina ha completato la banalizzazione di quella che solo fino a non molti anni fa era una splendida passeggiata lungo una costa urbana brulicante di vita marina ed affacciata su un porto, il tutto per trasformare il lungomare in un parcheggio di barche estivo.
Per arrivare a questo risultato si sono dovute violare le stesse prescrizioni dell’autorizzazione dell’ufficio Demanio comunale del 4 maggio 2012 (Prot. N. 4008), sottoscritta dal Presidente del Circolo della Vela di Marciana Marina (“per la sola stagione balneare 2012”) in particolare per quanto riguarda le prescrizioni: a) Che i massi affioranti che di fatto ostacolano il galleggiamento dei pontili dovrà avvenire a mano o mediante l’ausilio di mezzi che in alcuna maniera creino intorbidimento delle acque gli stessi allocati a ridosso di quelli esistenti posizionati durante l’intervento di adeguamento disposti con Autorizzazione in atti Prot. N. 4339 del 18 aprile 2006; b) Durante le operazioni di messa in sicurezza dei pontili da allocare non dovrà essere effettuata nessuna opera di dragaggio con mezzi meccanici».
Infatti, dopo un temporaneo fermo dei lavori in seguito alle segnalazioni di Legambiente e della minoranza consiliare, una riunione degli Enti competenti aveva autorizzato l’escavatore a continuare i lavori perché la benna che utilizzava non avrebbe trattenuto i materiali più fini, sposando così la singolare tesi che non si trattasse di escavo e che quindi l’ipotesi di un intervento fatto “a mano o mediante l’ausilio di mezzi che in alcuna maniera creino intorbidimento delle acque”, come veniva precedentemente prescritto, non fosse più necessaria.
Come dimostrano le foto scattate successivamente ai lavori che hanno determinato il nuovo imbonimento che deturpa un altro pezzo di lungomare di Marciana Marina, si è trattato in realtà di un vero e proprioescavo che ha asportato anche materiale di ridotte dimensioni e fine, provocando non solo l’intorbidamento dell’acqua che si asseriva di voler evitare ma anche una scarificazione del fondale con un notevole impatto sulla biocenosi marina, peraltro già compromessa da precedenti e ripetuti interventi “provvisori” e “sperimentali”.
Continuiamo a chiederci non solo perché, solo per realizzare pochi posti barca, si sia modificato un altro tratto del lungomare proprio mentre è in corso la concertazione con la Regione Toscana per il Piano del Porto di Marciana Marina, ma anche perché gli stessi Enti che avrebbero dovuto far rispettare le prescrizioni ambientali hanno invece consentito un vero e proprio escavo, senza alcuna autorizzazione specifica, che ha determinato un forte impatto ambientale e paesaggistico che fa pensare alla volontà di realizzare, pezzo a pezzo ed escavo ad escavo, quell’imbonimento del lungomare che la cittadinanza marinese ha sempre respinto.
Dopo l’inutile cementificazione delle seconde case, temiamo di dover assistere anche allo scempio della rada di Marciana Marina, la vera ricchezza paesaggistica del Paese, attraverso la ricopertura permanente degli specchi acquei con pontili di ogni genere (per un utilizzo di pochi giorni all’anno, per di più), a escavi selvaggi e neppure finalizzati, a deturpazioni del lungomare senza alcun rispetto estetico ed a fini solo speculativi privati.