Ciao Jairo
questo non è un normale pezzo di cronaca, anche se potrei cominciare in maniera "asettica", così: Jairo Piccinini, il trentottenne motociclista coinvolto nell'incidente di questa mattina a Casa del Duca, non ce l'ha fatta, l'uomo nonostante il lavoro dei soccorritori, quello dei medici portoferraiesi, nonostante il volo in elicottero per Livorno, nonostante l'equipe medica specialistica allertata per salvare la sua vita, ha cessato di vivere alle ore 13 di questo maledetto, stramaledetto martedì.
Non ce la faccio Jairo, con tutto il tempo che hai passato in casa mia, in quella strana età in cui uno si trasforma da adolescente in uomo (o in donna).
Non ce la faccio ricordandomi come ti prendevo in giro per tuo essere un po'"polentone", per le tue "ribellioni" un po' di maniera, riconoscendoti però le doti che per me contano più in una persona: l'essere buono, leale e generoso, l'essere uno per cui era importante lavorare, senza vergogna per la fatica anche "fisica".
Hai lasciato in questa casa e in questa famiglia un positivo ricordo di te: per conto di noi tutti, di Caterina, Mimmo, di Teresa e dei tuoi "cugini temporaneamente acquisiti" Chicco e Mamo, rimasti poi tuoi grandi amici, perfino per conto di Patrizia, che se ne è andata prima di te, ma che ti voleva, credimi, un bene dell'anima, mando un abbraccio a mamma Lilia, alla tua compagna Claudia, soprattutto a tuo figlio per il quale a otto anni la vita si fa così terribilmente in salita.
E se qualcuno trovasse da obiettare per l'uso improprio e privatissimo di un mezzo di comunicazione pubblico, prego vada pure a farsi fottere.
Non ti dimenticheremo
sergio