Cronaca dell'ordinario disservizio quotidiano: dal dopo-privatizzazione è in pratica uno stillicidio, non passa quasi giorno senza che ci giungano critiche sulla gestione del trasporto marittimo, da parte di quella che fu per decenni la compagnia di navigazione di prestigio al servizio dell'Arcipelago; oggi ne raccogliamo una proposta da Lorenzo Marchetti:
«Un volontario delle ambulanze mi segnala che l’ascensore del Bellini, il traghetto di Toremar, non funziona. Quanti ammalati barellati, con questo caldo, sono costretti a viaggiare rimanendo nel garage?
Come fanno tutti gli altri non deambulanti, dai paraplegici a coloro che magari si sono rotti una gamba scivolando sugli scogli? Che dire poi degli anziani? Lo hanno accertato gli ispettori regionali? Se ne sono accorti il presidente e gli altri componenti l’Osservatorio per il controllo del servizio e delle tariffe della Toremar privatizzata?
Quanti altri traghetti sono nella stessa condizione? E non mi riferisco solo a quelli della compagnia in convenzione, poiché l’Autorità portuale, nell’assegnazione degli slot, si è impegnata a verificare le caratteristiche tecniche delle navi così come normato dall’ordinanza presidenziale n°23/2008. Una situazione vergognosa, e lo scrive colui che purtroppo, anche se indirettamente, ha vissuto questa condizione indegna per alcuni anni. Ora, però, la misura è colma».
Sin qui il post publicato sul Vicinato, aggiungiamo per nostro conto una riflessione.
La "nuova"compagnia, pareva volersi caratterizzare suggerendo all'utente una continuità virtuosa con il passato, prova ne sia che nonostante l'imbellettamento della nuova grafica rosso-conchigliesca, i supertecnologici gioiellini di 30 anni fa, ormai trasformati in anziane ed acciaccate carampane naviganti, procedono sulle rotte del canale ancora soto l'antico e rassicurante "brand" Toremar.
Ci domandiamo a questo punto, se ciò non suoni come l'ennesima presa per i fondelli per il cittadino profumatamente pagante, nel caso due volte: e come cittadino bigliettato, e come contribuente erogatore indiretto delle laute sovvenzioni alla società privata.
Sarebbe stato più onesto prendere atto, e sancire con un cambio di denominazione, che la Toremar come l'abbiamo vista nascere e conosciuta non esiste più, è proprio deceduta, e che la "regione rossa" (ma dove? ma quando?) ci ha servito questa "cosa" che per minimo dodici anni dovremo sciropparci così com'è.
Cambiateli nome per favore, sarebbe assai più dignitoso.
sergio rossi