Negli scorsi giorni una giovane portoferraiese riferiva di aver subito, mentre si trovava a passeggiare da sola, in una zona isolata, nei pressi di San Giovanni, l'attacco di una muta di cani presumibilmente randagi - 6 animali a quanto ha riferito - tanto aggressivi e minacciosi da costringerla a mettersi in salvo arrampicandosi su una struttura dove le bestie non potevano raggiungerla. La protagonista della disavventura (Irene) ha riferito di essere rimasta a lungo bloccata nella sua scomoda posizione, prima che la muta decidesse di sciogliere l'assedio per dirigersi altrove. La ragazza aggiungeva di essersi recatai a denunciare il fatto alla competente Polizia Comunale, e non avendo ricevuto risposte soddisfacienti, di aver reiterato la sua segnalazione anche ai Carabinieri.
Sull'accaduto torna oggi l'Associazione Animal Project Isola d'Elba con una nota, molto critica nei confronti dell'operato degli addetti ai servizi dell'Amministrazione Comunale Portoferraiese, che riportiamo qui di seguito testualmente:
Ancora una volta siamo costretti a constatare che di fronte alla richiesta di intervento da parte di un cittadino la Polizia Municipale di Portoferraio non è in grado di intervenire come di competenza.
L’episodio occorso alla povera Irene non è che l’ultimo di una lunga serie: dopo lo shock subito si reca personalmente agli uffici della Polizia Municipale per rappresentare la situazione di pericolo e l’unica risposta che ottiene dall’agente è che in proprietà privata non è possibile alcun tipo di intervento. E se il branco avesse preso di mira un bambino? E se la prossima volta aggredisse concretamente qualche malcapitato?
L’episodio, già grave di per sé, lo è ancora di più per il fatto che i Vigili urbani erano già stati avvertiti da tempo da alcuni abitanti impauriti della presenza di questo branco di cani in zona Bucine e San Giovanni, che faceva razzia di tutto riuscendo persino ad entrare nelle case private. I cittadini ci hanno riferito che già allora la risposta della Polizia Municipale è stata la seguente: "spiacenti ma non possiamo far niente perché non abbiamo il servizio di accalappiamento".
Non è con questo tipo di risposte che un cittadino deve essere tutelato! Il Comune è tenuto per legge alla cattura dei cani vaganti, alla verifica tramite lettura del microchip, se presente, dell’eventuale proprietario e ad assicurare il rispetto della normativa, avviando le procedure per l’invio dei cani vaganti presso i canili convenzionati o irrogando la sanzione amministrativa a carico di chi lascia gli animali liberi e incustoditi. Di fronte ad una situazione di pericolo per l’incolumità pubblica tale obbligo risulta ancor più stringente e non è accettabile alcun comportamento omissivo. Chi sarà responsabile in caso di ulteriori aggressioni?
Siamo rammaricati dal fatto che ogni volta in cui si cerca di far rispettare le procedure previste dalla legge, non si hanno mai risultati positivi. In caso di ritrovamento di un cane vagante o gatto randagio, la risposta che i cittadini ricevono dopo aver segnalato il ritrovamento, è quasi sempre la stessa: in quanto il lettore microchip non è funzionante (anche se dall'albo pretorio del sito del Comune di Portoferraio risulta invece sia stato acquistato un lettore nuovo nel mese di dicembre 2014) e non essendoci né strutture, né servizio accalappiatura, non è possibile intervenire.
Anche per i casi di maltrattamento non si ha mai un intervento tempestivo e spesso siamo costretti a ricorrere ad altre Autorità.
Ringraziamo la povera Irene di aver portato alla luce il fatto e di aver denunciato l'accaduto ai Carabinieri, auspicando che si faccia prontamente luce sulla questione.
Si richiede al Comune di Portoferraio di prendere seri provvedimenti e di dare attuazione alle normative previste in materia, perché una situazione del genere non è più sostenibile."
Animal Project Isola d'Elba
Se ci è consentito vorremmo chiosare quanto scritto dalla meritoria associazione partendo da un fatto: la situazione denunciata è innegabilmente reale (e seria) e la "muta" ferajese non è neppure la sola presente sul territorio isolano, altri cani, nati allo stato brado o volutamente "spersi" da qualche irresponsabile locale o di importazione, ci sono stati segnalati da diverse località isolane.
E la vicenda del randagismo e della sua mancata soluzione è perfino paradigmatica della totale insensibilità ed incapacità di coloro che sono stati negli ultimi 13 (tredici!) anni, i gestori di 8 pollai che si ostinano a chamare comuni, pronti a capeggiare proteste del popolo verso inefficienze altrui, e che - insieme - non solo non sono riusciti a realizzare un canile (un canile eh, mica una opera d'ardita ingeneria spaziale!) ma neppure - carta canta - ad attrezzarsi per fronteggiare situazioni di minima emergenza come l'ultima proposta, cosi peraltro - come sottolineano gli stessi animalisiti - violando regolamenti e leggi.
Un canile comprensoriale che (guarda caso a ridosso della campagna elettorole) ci viene annunciato per la settantasettesima volta che si farà davvero, ma al quale crederemo, dopo tutte le scottature ricevute: i soldi sprecati in progetti non realizzati, quelli persi per inerzia dopo che la Regione li aveva erogati, le pippe e le paure localizzatorie manco che in luogo di un canile ci fosse da realizzare un ospedale di pazienti colpiti da Ebola, ripetiamo, crederemo solo quando ci troveremo al cospetto di un'abbaiante struttura, non un minuto prima.
L'aggiunta l'abbiamo fatta anche perché, pure se non crediamo che queste siano l'intenzioni delle brave "ragazze" di Animal Project, qualcuno potrebbe prendere spunto dalla loro nota per prendersela con gli ultimi della catena, con chi è forzato a dare risposte negative ad un cittadino che rappresenta una sacrosanta richiesta della erogazione di un servizio, e dice di no non per il gusto di negare o la scarsa voglia di impegnarsi, perché non ha strumenti, direttive, personale, perché nella filiera decisionale-organizzativa (più semplicemente nel governo della comunità) ci sono buchi, incompetenze, sottovalutazioni, assenze.
Sarebbe come incazzarsi con la ruota perché non gira quando l' auto ha il motore e la centralina fusi.