Dopo la passeggiata/blitz del 12 aprile, Legambiente non molla e torna a sollevare il caso dei sentieri per Capo Poro e Galenzana con una segnalazione inviata al Sindaco di Campo nell’Elba Lorenzo Lambardi.
«Alcuni escursionisti – scrive la presidente del Cigno Verde isolano Maria Frangioni - ci hanno nuovamente segnalato la presenza nei giorni scorsi di un veicolo privato, con a bordo uno dei proprietari ed un lavorante dell’agriturismo di Galenzana, che ha sfruttato i lavori precedentemente effettuati sul sentiero per Capo Poro – e già segnalati da questa Associazione - ed ha parcheggiato lungo il sentiero, sicuramente «Il 17 aprile intorno alle 7,15 del mattino “per non essere visti da nessuno”»,
Legambiente segnala al Sindaco che «Oltre ad aver invaso più volte proprietà private, i suddetti signori hanno provveduto a chiudere con una catena il nuovo sentiero aperto nei giorni scorsi nella macchia mediterranea, mentre continuano a lasciare ammucchiata la vegetazione tagliata (che potrebbe rappresentare un forte rischio in caso di incendio), sia nello storico sentiero per Capo Poro, che in quello costiero per Galanzana e i Salandri, chiuso dagli stessi signori nel 2014 e per il quale, nonostante le continue sollecitazioni di questa Associazione, non si è voluto riaprire».
Gli ambientalisti fanno presente «La strana situazione di signori che entrano senza alcun permesso nelle altrui proprietà, tagliando anche vegetazione protetta e realizzando nuovi percorsi, e che intanto chiudono sentieri esistenti privatizzandoli e spostano il percorso verso tracciati ampliati in maniera più che dubbia e danneggiando vegetazione e muretti a secco» e quindi chiedono a Lambardi: «Se quanto continua ad accadere tra Galenzana e Capo Poro sia stato in qualche modo autorizzato; Quale sia la classificazione della sentieristica dell’area e se vi siano autorizzazioni a percorrerla con mezzi a motore e lungo quali percorsi; Se il Comune di Campo nell’Elba – in accordo con il Parco Nazionale – non intenda riclassificare e riqualificare tutta la sentieristica dell’area, sia per consentirne la sola fruizione escursionistica che per ripristinare i percorsi spostati o impropriamente chiusi/privatizzati».