Sono ore non proprio esaltanti per la compagnia della balenottera, dopo il tormentato approdo a Ponza del Bastia, piomba su Onorato una tegola in forma di un “avviso” dell’Antitrust che ha aperto un provvedimento volto a comminare a Moby una sanzione amministrativa pecuniaria.
La questione è quella eterna degli slot (per i comuni mortali il numero di corse che ciascuna compagnia può effettuare).
Secondo l’Antitrust poiché Moby e Toremar (entrambe riconducibili agli Onorato) sommano 29 dei 43 slot disponibili, superando quindi il limite di 2/3 (che ha fissato con un suo provvedimento del 2011), sono fondate la richieste avanzate dalla concorrente Blu Navy che non riguardano solo il numero degli slot, che il gruppo di Onorato in parte ha già ceduto ed in parte dovrebbe cedere, ma anche la loro collocazione oraria, senza la contiguità della quale BN non potrebbe effettuare il servizio con due vettori. (Blu Navy, se le sue richieste saranno accolte, dovrà infatti dotarsi di un secondo traghetto)
Ma da quell’orecchio tanto Moby/Toremar che l’Autorità Portuale di Piombino e dell’Elba (che materialmente gestisce gli slot) non ci hanno mai sentito.
Giova ricordare che Blu Navy aveva formulato la richiesta di nuovi (e più remunerativi) slot estivi anche per poter istituire dei collegamenti nella stagione invernale, cosa che sarebbe vista di buon occhio dalla stragrande maggioranza degli utenti elbani e non, che ancora debbono digerire la pseudo-liberalizzazione (con gara peraltro bocciata e dichiarata nulla dal Consiglio di Stato) con la quale si è passati da avere sul canale la presenza di in armatore privato (Moby) ed una “partecipata” (la vecchia Toremar) ad un regime di quasi monopolio lautamente sovvenzionato da fondi regionali.
Sicuramente la pagina più nera e meno popolare delle giunte regionali guidate da Enrico Rossi, che ha prodotto fin qui, oltre al citato diffusissimo scontento, una inestricabile matassa di azioni e reazioni amministrative e legali, sentenze contraddittorie, disposizioni non ottemperate e (sulla pelle e nelle tasche della gente) molto altro ancora.
Quella gente a cui il provvedimento dei garanti della concorrenza interessa sicuramente, non per spirito punitivo. ma perché si attende che sia un vero elemento di liberalizzazione del mercato, che induca una politica tariffaria meno insopportabile di quella di cui “gode”.