Essere vecchi, indigenti, vivere da soli e morire da soli. E' uno degli incubi più diffusi in una società sempre più anziana, sempre meno amicale, sempre meno solidale.
E l'ennesima piccola tragedia di questo tipo si è compiuta nella Portoferraio estiva, nell'Elba della forzosa allegria stagionale, quando le luci dei baracconi sfavillano.
A farla scoprire la non comprensibile assenza di un ottantasettenne dalla mensa della Charitas, dove si recava spesso, perdurante da quattro giorni. E' stato il parroco che gestisce il servizio a notarlo, a preoccuparsi ed a far sì che Carabinieri e poi Vigili del Fuoco si recassero in Albereto presso l'abitazione dell'anziano e, non ottenuto cenno di risposta dall'interno, vi entrassero, nella flebile speranza di trovare l'uomo, magari colto da un attacco di cardiopatia di cui da tempo soffriva, ma ancora possibile oggetto di un soccorso.
Ma così non era all'interno dell'abitazione quello che si scopriva era il cadavere del vecchio. Rapide sono state le doverose indagini del Magistrato, sollecito anche nel mettere a disposizione dei congiunti della salma, che però pare non sia stata ancora reclamata da nessuno.
Nel caso quindi delle esequie di questo concittadino dovrà occuparsi l'Amministrazione Comunale.
Ma crediamo che la solidarietà del Comune verso questo sfortunato signore dovrebbe dimostrarsi non solo materialmente; non sarebbe male se qualcuno in rappresentanza della città volesse partecipare al rito funebre, per manifestargli, almeno da morto, il rispetto della comunità ferajese. Una volta tanto non lo accuseremmo di presenzialismo.