"Ormai da più parti ci si sta rendendo conto che il problema del disagio giovanile non si risolve chiudendo le discoteche, soprattutto quando è dimostrato che i gestori non si sono resi responsabili di alcuna connivenza con il cosiddetto sballo del sabato sere.
I giovani si sentono immortali e non c’è nulla che li faccia davvero paura, ecco perché è inutile demonizzare o vietare, l’unica cosa davanti alla quale si fermano è la conoscenza concreta sui danni dell’uso indiscriminato di sostanze, ricordando loro che il traffico è gestito dalle organizzazioni criminali.
Le politiche repressive hanno avuto decenni per dimostrare la loro validità e non solo hanno fallito, ma hanno anche fatto danni enormi. L’unica soluzione praticabile nasce quindi dalla capacità di unire gli sforzi di tutti coloro che stanno intorno ai giovani, forze dell’ordine, famiglie, scuola ed anche i gestori dei locali, per trovare strategie nuove che educhino alla conoscenza dei rischi e per rendere i luoghi di divertimento sempre più sicuri.
La collaborazione tra i vari soggetti che lavorano intorno al mondo della notte ha dimostrato proprio questa estate, proprio all’Isola d’Elba, che si può coniugare divertimento giovanile e promozione economica del territorio.
Infatti, grazie alla sinergia tra le Amministrazioni locali, che hanno pianificato l’accoglienza, e la Discoteca CLUB 64 di Lucia Sandolo e Margherita Messina, che ha messo a disposizione il proprio know how nella gestione degli artisti, è nato il Bacardi Summer Wave che ha registrato 100.000 contatti durante i 15 giorni del Festival.
Si è così dimostrato che se ognuno fa con scrupolo la proprio parte, la gente si diverte all’insegna della buona musica, del sano divertimento e del bere consapevole.
Ecco perché sembra in contraddizione l’atteggiamento di chi vuole trovare a tutti costi un capro espiatorio, quando fuori dei locali si verificano fatti sicuramente spiacevoli, ma che niente hanno a che fare con il locale pubblico.
Che valore esemplificativo può avere mettere alla gogna i gestori di un locale, come il Club 64, che da tempo si distinguono per la professionalità con cui svolgono il loro lavoro, nel rispetto delle regole e dei diritti dei loro dispendenti.
E’ giusto pretendere dalla Direzione delle discoteche la vigilanza e controllo, si consideri però che diventa sempre più difficile trovare Security Agency che abbiano tutte le carte in regola, nonostante che la legge preveda l’istituzione di appositi Corsi professionali di Addetti alla Sicurezza.
Purtroppo la Provincia di Livorno non bandisce corsi di questo tipo ormai da molti anni. Si potrebbe quindi sollecitare i Comuni ad avviare Corsi di Formazione in questo settore, perché l’addetto alla sicurezza non è una qualsiasi persona dalla prestanza fisica, ma è un professionista a tutti gli effetti, in grado di gestire anche situazioni di emergenza.
Vogliamo concludere con le parole rilasciate recentemente dal viceministro dell’Interno Filippo Bubbico: “Chiudere le discoteche non risolve alcun problema. Non si possono sbarrare le porte ai luoghi di aggregazione in cui si concentrano i problemi di dipendenza dei ragazzi. Vanno adottate altre misure, per poi misurarne l’efficacia, ma non si possono vietare momenti di svago.
Gli operatori del settore devono considerare gli aspetti di esposizione al rischio. Perciò devono collaborare con le forze dell’ordine e impegnarsi di più anche perché hanno tutto da perdere. E’ loro interesse economico e aziendale garantire subito modelli di divertimento sano e impedire derive devastanti".