Scrivo a riguardo del Vostro articolo sull’escursione a Montecristo. Ho partecipato anche io alla gita del Parco e faccio parte del gruppo di esclusi da parte del caparbio agente del CFS.
Ci tenevo a precisare che il giovane Giacomo Giovinazzo nella sua foga di scrivere l’articolo per Elbareport, ha tralasciato, magari volutamente alcuni particolari interessanti.
Che il granito e la vegetazione fossero “molto scivolosi” è un suo personale parere, dal momento che a fine escursione ho chiesto personalmente, ad alcune guide e ad alcuni partecipanti, come avessero trovato il sentiero. In sintesi le risposte recitavano tutte più o meno così: “poteva salire chiunque, il sentiero presentava solo un breve tratto bagnato ma non certamente pericoloso”.
Che nel bando fosse previsto che al Monastero potessero aspirare solo i calzatori di scarpe adatte al trekking è di nuovo un’opinione del giovanissimo e rapidissimo giornalista visto che il bando recita testualmente: “L’escursione sull’isola di Montecristo dura circa 4 ore, ha un percorso in parte ripido, richiede scarpe e abbigliamento idonei, acqua e pranzo al sacco a cura dei partecipanti”.
Quindi le scarpe e l’abbigliamento idonei sono lasciati alla scelta di ogni singolo partecipante. Ciò premesso, non mi considero certamente un trekker di primo pelo avendo macinato chilometri su chilometri nei sentieri elbani e credo, senza falsa modestia, di conoscere abbastanza bene, oltre che possedere un discreto abbigliamento per il trekking, quali siano le scarpe e l’abbigliamento idonei per un sentiero che è bene ricordarlo durerà si e no, ad una velocità normale e senza soste, 30 minuti.
Trovo alquanto inutile l'ilarità che si ostenta nell'articolo in quanto tutto questo ha precluso la passeggiata a molti, Sindaco Lambardi compreso.
L’unica sfortuna, e lo dico con tutto il rispetto e la stima che ho verso il Corpo Forestale dello Stato e i numerosi agenti ed ispettori che conosco personalmente, è stata quella di trovare un agente del CFS che forse non è stato in grado di valutare correttamente l’esatta situazione del sentiero precludendo erroneamente l’accesso a molti escursionisti, alcuni venuti addirittura da Bologna.
Un agente inspiegabilmente molto puntiglioso nello scegliere le calzature adatte, senza tra l’altro conoscere la differenza tra una semplice scarpa da ginnastica ed una da trail ma molto meno attento a non far entrare in acqua, lungo la spiaggia di Cala Maestra, molti partecipanti alle escursioni guidate.
Spiace inoltre sottolineare, e qui chiudo, la poca pazienza che la Direttrice del PNAT ha avuto verso gli escursionisti che cercavano di spiegarle i propri pensieri. E’ vero, si doveva sottostare agli ordini dello scrupolosissimo agente del CFS ma magari si poteva anche ammettere di essere stati un tantino superficiali nello scrivere il bando. Sarebbe bastato inserire l’obbligatorietà delle sicurissime e richiestissime scarpe da trekking a tutti i partecipanti della visita a Montecristo.
Detto ciò, rimane il fatto di essere sbarcati su un’Isola fantastica, affascinante, resa quasi magica in cui ogni elbano dovrebbe andarci almeno una volta nella propria vita.
Covitto Matteo