Gentilissima Dott.ssa Zanichelli,
non credo serva ricordare che nello stesso bando cui lei giustamente fa riferimento, sono menzionate di proposito due date possibili per lo svolgimento dell'escursione a causa di condizioni meteo avverse. Ciò che è accaduto domenica è proprio questo e lei stessa nell’articolo scrive "Per 24 ore, prima dell’arrivo dei visitatori di domenica, a Montecristo era piovuto incessantemente". Poiché il bando prevede la possibilità di rimandare l'escursione e visto che era piovuto incessantemente, forse, per buon senso e per generare “Qualità”, oggi richiestissima in tutti settori, soprattutto quelli a rapporto con il cittadino, mi domando non sarebbe stato più opportuno rimandare la partenza alla data successiva?
Inoltre, per quanto riguarda il motivo di esclusione di questo famoso equipaggiamento “non idoneo” di alcuni escursionisti, ci terrei a rilevare che nella nota informativa che ogni partecipante ha ricevuto, post pagamento, e che io stessa le ho portato a visione, nella parte in cui è descritta l’escursione e cosa si richiede di portare a noi partecipanti il termine “scarpe” non è evidenziato in grassetto come invece è presente per tutto il resto del testo “abbigliamento idonei, acqua e pranzo al sacco a cura dei partecipanti”. Questo è giusto uno spunto di riflessione che credo sia importante valutare prima di scrivere "nero su bianco" qualcosa che poi può generare un’incomprensione.
Credo anche che, purtroppo, il malcontento che si è venuto a creare sia stato generato da due eventi:
il primo è quello che chiunque paghi un servizio spera che esso soddisfi almeno le necessità per le quali è stato concepito, cosa che per molti di noi non è accaduta;
il secondo, allo stesso modo molto importante, è stato quello che gli escursionisti cui è stato negato l’accesso al Monastero e che sono venuti a confrontarsi con lei, si sono trovati di fronte una persona rigida, che sembrava non aver dato peso alla questione, che non accoglieva di buon occhio le lamentele, ma piuttosto sembrava anche irritata da tale situazione; forse, a queste persone sarebbero bastate semplicemente delle parole di scuse da parte del Direttore dell’Ente Parco, che ad oggi ancora non sono arrivate.
Per finire, vorrei dire che sono d’accordo con lei sul ricordo del paesaggio meraviglioso, i profumi e sulla visione dei delfini “nella scia della barca che si allontanava da Montecristo”, però come si può costatare, alla fine questi ricordi positivi non ce li ha regalati l’uomo, bensì la natura stessa.
Cordiali saluti
Valeria Marino