Si era vendicato di un affronto subito presentandosi con una tanica di benzina in mano e cospargendo di liquido infiammabile tutto ciò che si trovava all’interno del locale noto a tutti i portoferraiesi con il nome di “cantierino” proprio perché si tratta di un ex cantiere di lavoro ormai in stato di abbandono, quindi con un accendino, aveva appiccato il fuoco che si era velocemente propagato anche grazie ai rifiuti ivi presenti ed ai residui di mobilia che avevano accelerato la combustione. All’interno di quel locale, in quel preciso istante, vi erano quattro ragazzi, due uomini e due donne, che fortunatamente erano riusciti a scappare ed a chiamare i soccorsi arrivati dopo pochi istanti. I Vigili del Fuoco domarono le fiamme che comunque distrussero tutto ciò che era custodito all’interno ed i Carabinieri dell’Aliquota Radiomobile e del Comando Stazione di Portoferraio condussero le indagini che portarono rapidamente all’individuazione del responsabile, già noto alle Forze dell’Ordine, arrestandolo dopo poche ore.
A distanza di circa un anno, H.H. 23enne tunisino dimorante all’Elba, nel frattempo condannato per quei fatti, dall’Autorità Giudiziaria di Livorno, a due anni e 24 giorni di reclusione e rimesso in libertà poiché privo di precedenti penali ed ammesso a fruire di misura alternativa alla detenzione previo rispetto di determinate disposizioni previste dal Codice Penale, è stato nuovamente arrestato dagli stessi Carabinieri del Comando Stazione di Portoferraio, su disposizione dei Magistrati livornesi ed accompagnato presso la casa di reclusione di Porto Azzurro, ove dovrà scontare interamente la pena cui era stato condannato per il mancato rispetto delle citate disposizioni più volte violate.