I raggiri agli anziani, alla luce delle ultime evoluzioni, si possono considerare come una vera piaga sociale che va a colpire le classi più deboli ed indifese approfittando, in maniera molto vile e meschina, del loro stato di solitudine. Uno di questi casi, purtroppo, è stato segnalato dai Carabinieri della Stazione di Portoferraio, all’Autorità Giudiziaria livornese. Una 94enne portoferraiese, dal 2007 con serissimi problemi di deambulazione, oltre ad essere aiutata da una badante straniera nel fabbisogno quotidiano era stata avvicinata da una 53enne del luogo che, conoscendola da anni, si era offerta di aiutarla sotto l’aspetto dell’economia domestica ovvero il pagamento mensile della badante straniera con i relativi contributi previdenziali (cosa peraltro avvenuta solo parzialmente), quello delle bollette ed il normale controllo del conto corrente bancario. L’anziana decise quindi di riporre fiducia verso la signora che ricordava sin da adolescente ed in brevissimo tempo firmò la delega necessaria per la regolare gestione del proprio conto corrente bancario. Evidentemente, però, tale fiducia era mal riposta e, nel giro di qualche anno, l’anziana venne a scoprire che il suo conto era stato praticamente prosciugato. Da una somma iniziale di circa 60 mila euro si ritrovava solo con pochi spiccioli. La disperazione dell’anziana non riuscì a placarsi fin quando decise di rivolgersi ai Carabinieri di Portoferraio che, con molta meticolosità, riuscirono a ricostruire i vari passaggi del denaro dal conto corrente bancario alle spese realmente sostenute, concludendo la loro attività di Polizia Giudiziaria con la segnalazione in stato di libertà di S.S. 53enne abitante a Portoferraio la quale, da qualche giorno, è stata rinviata a giudizio, su richiesta della Procura della Repubblica di Livorno che ha ritenuto sufficienti le prove fornite dagli uomini dell’Arma per la sussistenza del reato di circonvenzione di incapace, aggravata dalla prestazione d'opera e dall'aver cagionato un danno economico rilevante, accusa dalla quale dovrà difendersi l’ex dipendente che rischia una condanna sino a sei anni di reclusione, oltre chiaramente alla restituzione alla vittima del frutto dei sacrifici di un’intera vita.