Carissimo,
ho letto il tuo ultimo ( e piacevolissimo) “a sciambere” sulle navi-corvette che partivano sempre e mi sono rituffato, con il cuore e con la mente, in un tempo ormai lontano. Un tempo che,con l’avanzare della nostra età, ci piace sempre più spesso ricordare.
Finito di leggere sono come “naufragato” in un mare di ricordi.
Vedi Sergio se ripensiamo agli anni ’50 e ai primi anni ‘60 tutto ci appare bello; siamo quasi presi dal desiderio di tornare indietro nel tempo. Ma quel desiderio lo sentiamo solo perché quelli sono stati gli anni della nostra gioventù; ci bastava poco per essere felici. A pensarci bene, però, non vivevamo certo in un “paradiso”. Quante cose ci mancavano,di cui oggi i giovani possono godere. Basti pensare alla scuola. Fino alla fine degli anni ‘50 esisteva una sola scuola media a Portoferraio. E come scuola media superiore potevi scegliere solo il Liceo classico. Quanti ragazzi, oggi, hanno la possibilità di praticare svariate attività sportive. Noi potevamo solo giocare “ a pallone” in campetti improvvisati. Io giocavo al Grigolo.
E veniamo al trasporto marittimo.
Mi sembra che si tenda a dimenticare che le due corvette, il Porto Azzurro e il Portoferraio, come il Pola o il Limbara ed anche la mitica Aethalia ci garantivano solo due partenze al giorno: da Portoferraio la mattina alle 7,30 e il pomeriggio alle 17 e da Piombino alle 10 del mattino e alle 19,00 della sera. Solo all’inizio degli anni ’60 fu istituita una terza corsa, garantita da una corvetta, che partiva dal molo Elba alle 12,30. Come mi sembra che si tenda a cancellare dalla nostra memoria il caos che, con l’inizio del turismo, si verificava d’estate sul porto di Piombino ( e anche sul nostro porto). Le spinte, gli strattoni e qualche volta anche le scazzottate per “conquistare” il biglietto d’imbarco. E la ricordi la presa in giro dei posti riservati ai residenti, che, quasi sempre, erano esauriti?
Da anni, ormai, finita la stagione turistica, dai primi di novembre ai primi di marzo, possiamo raggiungere il continente da Portoferraio con 14 doppie corse. A cui si aggiungono quelle dell’aliscafo e quelle da Rio marina.
Ci hai ricordato le “ calanchiole” delle seconde classi sulle due corvette e i loro cattivi odori. Aggiungo che anche le seconde classi del Limbara e del Pola non erano certo comodi e profumati salotti. Facemmo un grosso passo in avanti con l’Aethalia. Ma sui traghetti di oggi ( senza le prime e le seconde classi) come si sta? Credo che si possa dire molto meglio.
E non raccontiamoci “la leggenda isolana” delle piccole navi che partivano sempre, con qualsiasi tempo. Perché non è vero. Se sgombriamo la mente dalla nostalgia del passato forse possiamo scoprire che anche quelle piccole navi in certe condizioni meteo non partivano.
Con questo non voglio dire che oggi tutto vada bene. C’è ancora molto da fare per garantire migliori servizi sui porti e nei collegamenti con il continente. Quanto è successo nei giorni scorsi, con centinaia di persone sul porto di Piombino, senza uno straccio di assistenza alla Stazione marittima, è certamente da condannare. Sarà il caso che qualcuno ( e per me questo qualcuno è l’Autorità portuale) pensi a come porvi rimedio. Anche perché dobbiamo levarci dal capo che esista un traghetto che possa navigare con qualsiasi tempo. E ti assicuro che questo non è solo il mio pensiero, ma anche il pensiero di amici che, per molti anni, hanno “solcato” il mare anche del nostro canale. Persone conosciutissime all’Elba che forse andrebbero interpellate prima di “sparare” certe richieste.
C’è comunque il sospetto, questo sì, che, da un po’ di tempo a questa parte, qualche volta si approfitti di certe condizioni meteo non favorevoli, ma comunque non proibitive, per fermare le navi. E anche questo non lo penso solo io, ma quegli amici di prima.
C’è da favorire una reale concorrenza tra Compagnie. E’ una direttiva ineludibile della Unione europea. Ma per tutto l’anno. Ed allora dovrebbe essere escluso dalla assegnazione degli attracchi chi pensa di poter traghettare solo quando “le vacche sono grasse”. Come sarebbe ora che almeno la Toremar ci garantisse una partenza da Piombino anche dopo l’ultima corsa delle 22,20 d’inverno e 22,30 d’estate.
Convengo infine con te che i prezzi attuali sono abbastanza penalizzanti per noi residenti e per i turisti. Ma forse se andiamo a paragonare il costo dei biglietti per i passeggeri e per le autovetture che praticava la Navigazione Toscana credo che, considerata la svalutazione e considerata anche la qualità degli ambienti e dei servizi offerti sulle navi, non ci sia molta differenza.
Sul costo dei biglietti, comunque, c’è da fare un’altra considerazione. La Regione Toscana, quando ha deciso di privatizzare la Toremar, ricevuta gratis dallo Stato e riceduta al corrispettivo di oltre 10 milioni di euro, avrebbe dovuto stipulare una diversa convenzione che prevedesse tariffe più “accessibili”, come prevede sempre l’Unione europea. Sai perché non lo ha fatto? Sai perché quel simpaticone di Assessore Ceccobao non ha accolto la richiesta fatta dalle Istituzioni locali di una più tarda partenza notturna da Piombino? Perché il contributo di oltre 13 milioni di euro che la Regione riceve ogni anno dallo Stato, non sarebbe stato più sufficiente. E questo l’avrebbe costretta a iscrivere nei propri bilanci un contributo aggiuntivo di qualche milione di euro a suo totale carico. Morale della favola la Regione, come ha sempre fatto fin dagli anni ’70, continua a non investire nulla sui servizi marittimi dell’arcipelago che, oltre tutto, sono di sua competenza, come i trasporti ferroviari e su gomma di ambito regionale per i quali, invece, trova il modo di concedere cospicui contributi.
Ti saluto
Giovanni
Caro Giovanni
Concordo con alcune delle cose che hai affermato ma non te ne avere se mi limito a trattare quelle che non mi trovano d'accordo.
In primis: quando ho scritto che per anni e anni l'Aethalia non ha "bucato" una corsa, col Comandante Alfredino Foresi in plancia, mi riferivo all'ultimo decisivo collegamento serale.
Sai che ho una discreta memoria: tanto da ricordare quando l'Aethalia rimase (per una volta) a banchina: correva l'anno di grazia 1966 ed eravamo agli inizi di novembre, dopo che il mare aveva sfatto mezza diga foranea di quel conato di porto di cui è dotata (si fa per dire) Piombino. Me ne ricordo molto bene perché ero appena sbarcato in continente dopo una traversata terrificante (durante la quale però, come al solito, non perì nessuno).
E a proposito del tempo che fu, mi difendo dalla accusa (sottotraccia) di rimpiagerlo in quanto allora giovane e forte.
Scomodando la buonanima di Bertoli io ho sempre tentato di pensarmi "con un piede nel passato ma lo sguardo dritto e aperto nel futuro" (anche nel futuro di cui non farò parte), per questo ultracinquantenne, senza nessuna nostalgia della carta stampata (che oggi è strumento sempre più limitato), ho registrato la prima testata di un quotidiano locale on line della Toscana (la seconda in Italia) e a quasi settanta anni - smoccolando - cerco di stare dietro alle nuove tecnologie. Il passato lo rimpiange solo chi si arrende, e tu sai benissimo quanto sia poco incline a mollare.
Nella realtà non rimpiango affatto, quindi, le corvette, le calanchiole, il puzzo la rarefazione delle corse, l'assenza di stabilizzatori e i sedili lignei, ma mi sarei aspettato in una regione sedicente di sinistra, una diversa evoluzione del trasporto marittimo.
Mi hai ricordato i casini per l'imbarco, le riserve di posti che misteriosamente svanivano, i disservizi di un tempo, giusto, ma anche in questa "era felice", le prese per il collo (con tariffe che definire mediamente esose è un eufemismo) e prese di culo (con navi non fatte partire per fantasiosi o imperscrutabili motivi) per l'utenza locale e foresta non mi pare manchino affatto.
E poi, se solo venti anni fa qualcuno mi avesse detto che grazie ai buoni auspici della Regione Toscana e la fantastica gestione del comparto da parte dell'ineffabile duo Conti-Ceccobao, in nome della necessità di liberalizzare il mercato e favorire la concorrenza (Sic!) si sarebbe giunti ad una sciagurata privatizzazione che ha consegnato "chiavi in mano" ad un monopolista il canale, gli avrei risposto: "pigliale magari più spesso ma più piccole e posa il boccione!", ma proprio così è andata a finire.
E parafrasando Bertold Brecht (che al contrario di quanto l'assessore pensa non è un difensore del Bayern) c'è da notare quanto "La resistibile ascesa di Vincenzo O." sia stata favorita da un PDS-PD sempre più prostrato e prono davanti ai voleri del padrone dei vapori, sempre meno attento alle necessità (ed alle incazzature) della cittadinanza.
Perfino tu Giovanni sembri sostenere che la via del paradiso passi per più munifiche elargizioni regionali al privato. Di più? Da Sergio cresciuto sulle lastre di Porta a Tera (con una r) a Giovanni Battista da Piazza Padella, cosa ancora potremmo (intesi come collettività pagante) ancora concedere, forse i proverbiali "... un po' di posteriore e un fiasco d'olio"?
Dieci milioni pagati una tantum alla collettività (Regione o Stato poco cambia) per mettere le mani non solo sulle navi che c'erano, ma anche sulle professionalità formate col pubblico denaro e su una posizione di incontrastata preminenza sulle (assai lucrose) rotte del canale, godendo al contempo di un contributo annuo di tredici milioni, ti sembrano una cifra esagerata? Deh e si so' sciupati! - direbbe un livornese.
Prima di lasciarti e salutarti, col solito affetto, ti chiedo di farti latore di un quesito, che ho già formulato - senza ottenere risposta alcuna - un par di volte al PD locale, al quale sei un po' più contiguo di me.
Vuolsi sapere... se dopo lo show di Onorato alla Leopolda (sviolinata a Renzi e annuncio bomba, in nome della continuità territoriale, di prezzi bassissimi - 13 euro - per i residenti in navigazione per e dalla Sardegna), se il PD locale abbia chiesto o abbia in animo di chiedere, al musico e al destinatario della serenata, una anche men che proporzionale misura di riduzione delle tariffe riservate a noi selvaggi elbanesi che aspireremmo ad essere nel nostro piccolo "più territorialmente continui". (e tre)
Ciao
Sergio