Si è compiuto Lunedì 4 Aprile nel carcere di Pisa, con l’interrogatorio della indagata Fausta Bonino il primo importante passo giudiziario relativo al caso dei 13 decessi "anomali" verificatisi nell’unità di rianimazione dell’Ospedale di Piombino. L’infermiera – che si professa innocente – ha risposto per oltre due ore alle domande postegli dal G.I.P. Antonio Pirato in un interrogatorio al quale anche il Procuratore Capo livornese Ettore Squillace Greco, il P.M. Massimo Mannucci e, in qualità di difensore della Bonino, Cesarina Barghini.
Il Legale elbano ha riferito che nello svolgimento dell’interrogatorio l’infermiera ha esordito giurando sui figli la sua totale estraneità ai fatti. Ed a conclusione del quale Barghini ha chiesto che la Bonino attualmente detenuta cautelativamente nel carcere pisano potesse fruire della misura degli arresti presso il suo domicilio. Una istanza sulla quale il GIP si pronuncerà entro mercoledì.
In precedenza la stessa Barghini aveva rilasciato ai cronisti alcune dichiarazioni fortemente critiche sulla complessiva conduzione dell’indagine a partire dalle prove.
"Le uniche “prove” esibite – ha detto – visto che dalle intercettazioni non è emersa alcuna prova certa, sono costituite dalla presenza della mia assistita in coincidenza con la morte i pazienti, però questo non giustifica un'accusa di omicidio e la custodia cautelare".
Secondo l’avvocato l’impianto accusatorio sarebbe stato costruito esclusivamente sull’infermiera senza valutare altre possibili direzioni di indagine.
“Se c’è un Killer è ancora in giro” ha detto Barghilni che ha motivato la sua richiesta dei domiciliari pur sussistendo – a suo parere - gli estremi per chiedere la sua rimessa in libertà piena, come forma di protezione della stessa indagata dopo il rilevante clamore suscitato dalla vicenda.