Una bufera mediatica quella che si è scatenata sull'Elba e sulle sue istituzioni scolastiche a seguito di un "caso" sollevato da una trasmissione di Canale 5, condotta da Federica Panicucci, con la denuncia di presunte vessazioni che avrebbero avuto per bersaglio un bambino di San Piero, definito affetto da autismo (forse perché è di moda, in realta gravato da deficit diversi, e comunque seguito individualmente da un'insegnante di sostegno), nella sua frequenza della scuola primaria di Marina di Campo.
Secondo quanto dichiarato dalla madre davanti alle telecamere, gli insegnanti della Giusti si sarebbero resi responsabili di mancanze gravi, quali il lasciare nei corridoi scolastici incostudito il minore e il non vigilare su episodi di bullismo di cui sarebbe stato vittima il figlio
La signora ha reso noto che a seguito di questi episodi ha ottenuto di spostare il figlio presso la Primaria di Porto Azzurro con grande sacrificio della famiglia costretta - a suo dire - ad accompagnare il piccolo in una scuola distante 20 km.
Le reazioni della comunità campese ed isolana sono state tutte improntate all'incredulità.
Emblematico il testo del documento licenziato dal Consiglio di Istituto della scuola campese che riportiamo di seguito:
"Il Consiglio dell'Istituto Comprensivo Giuseppe Giusti, riunitosi in seduta straordinaria, manifesta tutta l'amarezza e lo sconcerto in merito ai contenuti della trasmissione andata in onda stamattina su Canale 5 e all'intervista alla madre dell'alunno.
Nell'intervista, senza che sia stata verificata la corrispondenza al vero e senza alcun confronto, sono state fatte dichiarazioni false e denigratorie.
Il nostro Istituto ha sempre dedicato particolari attenzioni e cure agli alunni con disabilità, attivando, nel caso specifico, progetti individualizzati volti a favorire dinamiche relazionali positive all'interno del contesto di vita dell'alunno.
Il Consiglio di Istituto condanna il processo mediatico che espone la comunità scolastica tutta a conflitti che si riverberano sulla vita dei minori.
Agli atti della scuola è verificabile, dalle autorità competenti, tutto il lavoro che è stato fatto, in questi anni a tutela dell'alunno in questione.
Il Consiglio di Istituto ha deciso, all'unanimità, nella stessa riunione di adire alle vie legali a tutela del personale e del nostro operato".
Ma oltre la pesante carta che annuncia carta bollata, c'è da registrare una sorta di levata di scudi di quella stessa comunità paesana campese che pochi mesi fa si era mobilitata in massa per difendere la sua scuola, contro il sollevamento dall'incarico (per un assurdo cavillo burocratico) del Dirigente poi riconfermato, al quale si rendeva il merito di gestire un istitituto, dove si lavorava molto bene, su quella che è una delicata materia come i bambini (abili o meno).
Salvo prove e serie testimonianze contrarie le gravi accuse formulate ci paiono insomma abbastanza strampalatamente fondate.
Vale la pena per farsi un'idea dei soggetti - a proposito di attendibilità - coinvolti, riportare il testo di un post apparso su Facebook (e quindi pubblico) sulla pagina della stessa signora e datato 24 Febbraio 2015 nel quale si afferma:
"Penso che oggi è passato ogni limite della pazienza, anche le mani addosso a mio figlio a scuola da insegnanti. Quel che è certo che non finisce qui. Io e mio marito purtroppo siamo soli contro Tutti e i miei figli chiusi in casa xche a giro x san Piero non sono sicuri"
Conoscendo la civilissima gente di San Piero ci rifiutiamo di pensarla come un insieme di persecutori a danno di una famiglia in difficoltà, così come troviamo poco credibili "le mani addosso"di un insegnante campese ad uno sfortunato bambino.
La morale di questa spiacevole storia potrebbe essere un ammaestramento alla cautela da usare prima di aprire telecamere e microfoni, sputtanando chi proprio non crediamo se lo meriti.