Sabato, fine luglio, insieme a centinaia di turisti in movimento, dovevo andare anch’io a Piombino. Preoccupata per il traffico inevitabile scelgo di andare a piedi e prendere l’aliscafo delle 16,30. Con sorpresa mi sono resa conto che a bordo eravamo in due, la mia compagna di viaggio ed io. Arrivati a Cavo, è imbarcato un pugno di persone.
Oggi, dopo le code che hanno a lungo bloccato Piombino, leggo un articolo del Tirreno dal titolo chiaro e inequivocabile: bisogna potenziare i raccordi stradali. All’Anas il sindaco Giuliani, giustamente, per proteggere la sua città, chiede 50 milioni per il primo di quattro lotti.
Nel nostro caso, del porto turistico, per problemi di traffico contingenti relativi a pochi giorni l’anno, da una parte all’altra del canale si continua a mettere l’accento su richieste di finanziamenti e permessi per il potenziamento di parcheggi e di strade. Debole, come sempre, e comunque mai competitivo, è un parallelo sforzo per il potenziamento e l’efficienza dei mezzi pubblici.
Mi viene spontanea, ogni volta, questa domanda: sono di "serie B", “poveracci”, o semplicemente sciagurati, quegli elbani, e quei passeggeri che usano il treno o l'aereo da Pisa? Esiste veramente, da una parte all’altra del canale, la volontà di fare tutto il possibile per favorire adeguati mezzi e uno sviluppo armonioso, e soprattutto decoroso, per i passeggeri a piedi, o sono destinati a rimanere gli ultimi?
Cecilia Pacini