L’antefatto risale ai primi di marzo di questo anno, quando mio padre, 82 anni di età, ha avuto problemi di pressione alta per cui il nostro medico curante gli ha prescritto alcuni accertamenti, tra cui un elettrocardiogramma, visita cardiologia e un eco-doppler ai vasi sovra aortici.
In data 9 marzo mi reco al CUP di Portoferraio per prendere appuntamento: la prima data disponibile a Portoferraio per l’eco-doppler è il 1° agosto 2016 (145 giorni di attesa), mentre per la visita cardiologia e ECG andiamo all’8 agosto 2016 (152 giorni di attesa).
Temendo che il protrarsi del tempo possa mettere a repentaglio la salute del mio babbo decido di prendere appuntamento per visita cardiologia presso un poliambulatorio privato; la dottoressa che visita mio padre ci rassicura sul suo stato di salute e ci dice che per il doppler possiamo aspettare fino ad agosto, non ravvisando alcuna situazione di urgenza particolare.
Il 1° agosto 2016, l’appuntamento è alle 12:40, per cui devo prendere un permesso dal lavoro per accompagnare mio padre. Alle 12:30 siamo davanti alla stanza n°20 del primo piano…..ma è chiusa e nessuno risponde. Arriva un anziano signore che conosce mio padre e che ci dice di aver fatto l’esame col Dr. Anelli e infila sotto la porta chiusa l’impegnativa del medico. Alle 12:40 non arriva ancora nessuno, pertanto inizio a chiedere informazioni. Dopo vari tentativi, sali e scendi tra primo e terzo piano, mi suggeriscono di chiedere informazioni al Dr. Anelli che mi riferisce di non essere di turno lui per fare il doppler, indicandomi il nome di un’infermiera da cercare al primo piano per avere chiarimenti. Ma neppure lei c’è.
Riesco finalmente a parlare con un’altra infermiera che mi comunica che le visite sono state addirittura anticipate a maggio e che i pazienti sono stati avvertiti telefonicamente. Scontato dire che forse non sono stati avvertiti proprio tutti…. e anche dallo sfogo dell’infermiera intuisco che non siamo i primi a cadere vittima di questo disservizio. Intanto verifico i recapiti telefonici sulla prenotazione, c’è sia il numero di casa dei miei genitori che il mio cellulare ed entrambi sono corretti.
L’infermiera, mortificata per la situazione, prova anche a chiedere al dr. Anelli la disponibilità a fare l’esame ma è impegnato in reparto; quindi non le resta che darci un nuovo appuntamento, questa volta a breve. Dunque, altro permesso a lavoro, altra gita assolata per il mio babbo ottantaduenne.
Cerco anche di parlare con il Direttore Sanitario per contestare la situazione, ma neppure lui si trova.
E’ davvero una vergogna. Se un cittadino non si presenta ad effettuare una visita viene, giustamente, sanzionato con il pagamento del ticket, perché toglie posto ad altri che ne hanno bisogno, ma cosa succede se l’ASL dopo ben 145 giorni di attesa non effettua la sua prestazione? Assolutamente niente…
Purtroppo, nemmeno l’estrema gentilezza e disponibilità del personale infermieristico che ho incontrato riescono ad alleggerire il mio disappunto.
Rita Pilato