Già ad incendio in corso circolava insistentemente la voce che non ci fosse dolo, ma una tragica sbadataggine all'origine dell'incendio che ha colpito Chiessi, un fuoco "scappato" insomma a qualcuno che stava bruciando delle stoppie nella stagione meno propizia (quando tale pratica risulta vietatissima) e nelle condizioni più rischiose.
Una folata di vento più forte delle altre, il secco della stoppie e in pochi attimi il fuoco si era trasmesso alla circostante vegetazione "asciugata" dal sole e dal maestrale, resa facilissimo innesco.
E così pare proprio che sia andata e, anche se non c'è una ufficiale conferma un pesante quadro indiziario grava su un ottantenne isolano, al quale il personale ispettivo del Corpo Forestale dello Stato si appresterebbe a contestare la gravissima violazione compiuta.
Le pene per chi si rende autore di "incendio boschivo" anche per pura negligenza (così come si configurerebbe il caso) e anche se recentemente "annacquate" dal decreto "svuota-carceri" restano di estrema rilevanza.