Sono senza parole, ormai come per molte altre questioni che non si riescono più neanche a dire. Forse per stanchezza, anni di inefficacia, impotenza.
Stamani alle 8 c'erano un centinaio di persone fuori dal Centro per l'Impiego. Alcune dicevano di essere arrivate alle una della notte e di essere al sessantesimo posto. Bisogna andare lì nel pomeriggio, al bivacco, aspettare la notte con una coperta se non piove, attendere le 9 del mattino seguente quando aprono gli uffici e ti danno un numero. Dopodiché si attende anche tutta la mattina, a volte il pomeriggio tengono aperto fino alle 16.00, per fare un colloquio farsa, che vorrebbe reintrodurti nel magico 'mondo del lavoro'. Tutto questo per ottenere un'elemosina che la Carta Costituzionale spazzerebbe via con l'articolo 36. "Il lavoratore ha diritto a una retribuzione proporzionata alla quantità e alla qualità del suo lavoro e in ogni caso <sufficiente a garantire a sè e alla sua famiglia un'esistenza libera e dignitosa>. (...)" E invece siamo all'elemosina, alla subordinazione totale ad un regime economico, politico e culturale senza precedenti.
Dov'é la vita dignitosa e libera (dalla paura di finire in mezzo ad una strada) che spetterebbe ad ogni cittadino? dov'è un reale sussidio a garanzia di quella vita? dov'è un tetto sicuro sotto il quale stare? quello che esiste in Europa dal dopoguerra e che qui potrebbe chiamarsi reddito di cittadinanza? Ma provate a parlarne. Quello che ho raccolto io è che non c'è consenso rispetto a questo, che la maggior parte delle persone che lavorano stabilmente ma anche parte di quelle precarie, sono contrarie al sussidio garantito, e qualcuno persino alla disoccupazione. 'Perché c'è sempre qualcuno che se ne approfitta' dicono. Perché c'è l'idea, orribile, di Hitleriana memoria, che 'il lavoro nobilita l'uomo' e poi insieme c'è 'la colpa' calvinista di non averlo questo lavoro, di non essere in grado di provvedere a se stessi in questo mondo. Allora la vedo proprio male, perché questa mentalità, ormai diffusa come il cancro, porta dritto al ripetersi della storia già trascorsa. Chi non è produttivo per questa società è un peso. Non vorrei dirlo ma con questa giustificazione iniziarono i campi di lavoro che poi diventarono di sterminio.
Noemi Alessi