Episodio di violenza in carcere, il 2 dicembre un detenuto italiano, appena assegnato alla Casa di reclusione di Porto Azzurro, ha aggredito il personale operante nella sezione del 3° reparto, 4 agenti sono stati feriti.
La presenza di soggetti pericolosi e con problemi psichiatrci, dice il sindacato Ugl, impedisce alla direzione e alla polizia penitenziaria del carcere elbano di raggiungere gli obiettivi di recupero della persona condannata: senza sicurezza non possono concretizzarsi nè trattamento penitenziario nè progetti rieducativi.
Il sindacato: "Il protagonista è un detenuto di origini italiane che, oltre a porre in essere il reato di resistenza al pubblico ufficiale, ha purtroppo causato serie lesioni ai quattro agenti.
Per le cure del caso è stato necessario ricorrere al pronto soccorso dell’ospedale di Portoferraio - specifica la nota dei firmato dai segretari provinciali del sindacato U.g.l. Polizia Penitenziaria di Livorno Angelo Montuori e Sabato Angelo - la prognosi più grave di 7 giorni riguarda un agente che ha subito la rottura del frenulo del labbro superiore, mentre per gli altri tre agenti sono stati prescritti tre giorni avendo riportato lesioni rispettivamente ai polsi, alla caviglia e ai polpacci".
"Solo grazie alla professionalità di altro personale di polizia penitenziaria accorso in aiuto nel reparto si è ristabilito nuovamente l’ordine e la sicurezza".
I sindacalisti della U.g.l. evidenziano: "La grande preoccupazione che si registra ultimamente a Porto Azzurro con discutibili assegnazioni, da parte del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria di Roma, di detenuti di una certa pericolosità in una casa di reclusione a regime aperto come quella elbana".
Chiedono che l'uomo venga trasferito in altri istituti della penisola a regime chiuso e più sicuri: "Con l’obiettivo di non destabilizzare l’ordine e la sicurezza del reparto di Polizia Penitenziaria della Casa di Reclusione. Ormai è evidente che la tensione ed il clima non è più sereno all’interno del penitenziario che è diventato una casa circondariale a circuito aperto e non più una reclusione con finalità trattamentali, con seri rischi per l’ordine e la sicurezza interna e pubblica".
"Come è noto - continua la nota del sindacato - da decenni nel penitenziario di Porto Azzurro vige un circuito penitenziario a socialità aperta che inizia alle 8.30 e termina alle 19 e da un anno a questa parte la direzione, con grande sforzo, si sta adoperando per rilanciare questo istituto con iniziative lavorative, trattamentali e rieducative a favore dei detenuti come ci viene chiesto dall’articolo 27 della Costituzione.
La presenza di questi soggetti pericolosi e con problemi psichiatrci di certo non aiuta, anzi impedisce alla direzione e alla polizia penitenziaria di raggiungere gli obiettivi di recupero della persona condannata: senza sicurezza non possono concretizzarsi nè trattamento penitenziario nè progetti rieducativi".
"Qualora l’Amministrazione Penitenziaria non dovesse procedere al trasferimento del soggetto in questione - conclude il sindacato U.G.L. - ci riserviamo di inviare un atto di diffida con messa in mora considerato che l’amministrazione ha il dovere di salvaguardare l’integrità fisica e la personalità morale dei poliziotti penitenziari".