Il Partito Democratico di Campo ci riprova, sembra proprio che il lupo perda il pelo ma non il vizio.
E’ bene ricordare un po’ di storia recente.
Il PD campese, rappresentato dai due suoi massimi esponenti locali, Lorenzo Lambardi e Simone De Rosas, fidi scudieri del potente segretario di Federazione PD Val di Cornia-Elba, Valerio Fabiani, consapevole del fatto che il solo centro sinistra non aveva certamente i numeri per vincere le precedenti elezioni, si allea con un gruppo di cittadini di centro destra locale, alcuni dei quali di idee politiche diametralmente opposte. Il tutto con il placet dello stesso potente segretario PD il quale, sebbene sia sempre pronto a criticare in maniera aspra tutto ciò che non rappresenta il sol dell’avvenire, si tura montanellianamente il naso o, più semplicemente, si gira dall’altra parte. D’altronde è indubbio che il Partito Democratico all’Elba non abbia mai storicamente riscosso grandi consensi, compreso quello locale, che ha sempre difeso la politica dei propri maggiorenti regionali, che non hanno mai mostrato un vero interesse per l’isola, da sempre considerata figlia di un dio minore, forse proprio per l’antropologica tendenza dell’Elbano a non volere padroni. Lo dimostrano le fallimentari politiche regionali sulla Sanità, sui trasporti, sul Turismo, sulle quali il sindaco Lambardi ha, nel suo mandato, sempre sottaciuto.
Orbene, torniamo a Campo. La manovra riesce ed il Lambardi diventa Sindaco. Dopo qualche tempo, progressivamente, in maniera chirurgica, il Sindaco epura tutti coloro che non rappresentano il cerchio magico piddino. Clamoroso “l’elegante” allontanamento con tanto di “coraggiosissimo” SMS del Vicesindaco Giancarlo Galli, espressione della lista alleata "Rinascita Campese", sostituito dal piddinissimo De Rosas.
Il dado è tratto. La giunta della lista pseudocivica “Punto e a Capo”, diventa a tutti gli effetti una giunta espressione del Partito Democratico. E questo lo dimostra lo stesso Fabiani e altri personaggi del PD toscano, che parlano in più riprese del comune di Campo come di un’amministrazione guidata dal proprio partito.
Quello che è successo successivamente è storia recente. Alcuni di coloro che avevano creduto in buona fede ad una lista trasversale, capiscono di essere la stampella del PD e semplicemente, in coerenza con le proprie idee, fanno un passo indietro. Ciò chiaramente scatena le ire del giovane Lambardi che, cambiando le carte in tavola in maniera forse anche un po’ puerile, accusa istericamente i fuoriusciti di altro tradimento, incolpando gli stessi del commissariamento del Comune che, in realtà ha un solo responsabile, lui stesso, come regista di una manovra politica fallimentare quanto indegna.
Stessa manovra politica che, a quanto pare, “Punto e a Capo” sta riproponendo nuovamente, con un comunicato che ricalca perfettamente quello di presentazione alle precedenti elezioni del proprio movimento, a parte le solite contumelie contro i “traditori”.
Evidentemente la Storia non è maestra, come afferma qualcuno.
Un comunicato che è un mantra di luoghi comuni (interessante il solito richiamo alla trasparenza in un’amministrazione che era tutto meno che trasparente) con la solita ciliegina sulla torta, nel passaggio i cui si afferma che il gruppo non ha bisogno di bandiere, aprendo a tutti coloro che rappresentano personalità, le provenienze e le culture diverse, ben sapendo che quelle bandiere che vengono riposte per convenienza nello sgabuzzino durante la campagna elettorale, saranno nuovamente pronte a garrire ruffianamente sotto il palco dei comizi dei potenti della Val di Cornia e di Firenze.
Abbiano il coraggio e della propria storia e delle proprie idee, quelli di “Punto e a Capo”. Non cerchino alleanze impossibili solo perché necessitano di numeri che non hanno, ma si presentino per quello che sono, una compagine di centro sinistra, appoggiata dalla Federazione del PD della Val di Cornia Elba.
Non si nascondano solo per mere convenienze elettorali, per apparire quello che non sono, salvo poi tornare quello che effettivamente sono.
Questo è stato e sarebbe nuovamente il vero tradimento nei confronti dei campesi, che hanno creduto in massa ad un disegno politico diverso, ben più nobile.
Perché errare è umano, perseverare è diabolico.
Gianluigi Palombi, Coordinatore Forza Italia, Isola d’Elba