Ai marcianesi tagliano i viveri. Nell'antico e storico borgo di Marciana, sede del Municipio con il più vasto territorio isolano da amministrare, e uno dei Comuni italiani con il più alto numero di anziani, entro l'anno si abbassa la saracinesca dell'ultimo negozio di alimentari finora in attività. Restano una farmacia, tabaccheria con edicola, ferramenta, banca e posta ridotti a mezzo servizio, ma non si venderà più nemmeno un tozzo di pane e due spaghetti. Scomparse altre due rivendite alimentari, e da tempo macelleria, frutta e verdura, pescheria, il paese rischia di deprimersi senza negozi di prima necessità come il vicino borgo di Poggio, un tempo fiore all' occhiello dell'Elba, e che, tuttavia, un forno lo ha ancora.
Paradosso dei paradossi mentre Marciana alta declina mettendo in crisi i suoi abitanti, i suoi satelliti periferici difendono con coraggio e determinazione i traguardi commerciali raggiunti. Pomonte, Zanca e persino il minuscolo Colle di Orano sfidano fino all'ultimo prodotto concorrenziale a prezzi stracciati la forza dei supermercati e le avversità ambientali.
Le cause indubbiamente molteplici dovranno essere affrontate con leale esame di coscienza da parte degli amministratori del posto. Il caro tasse, soprattutto locali, e rincari di affitti e di gestione sono diventati insopportabili per un'economia che, nonostante le decennali aspirazioni ad allungare la stagione turistica, vive solo grazie alle presenze estive. Peraltro, lo stesso fenomeno della crisi immobiliare e delle seconde case in vendita soffre gli alti prezzi dello strozzinaggio fiscale e del rincaro esponenziale dei costi di manutenzione.
Romano Bartoloni