Il 2016 è stato un anno caratterizzato da scarsissime piogge e nel 2017 l’indice di piovosità ha registrato un valore addirittura inferiore all’anno precedente.
Le scarse precipitazioni, a fronte di un consumo costante e in alcuni casi persino superiore alla media, provocano l’abbassamento delle falde acquifere e del volume di acqua captabile dalle sorgenti senza permettere alle stesse un’adeguata ricarica.
Le falde e le sorgenti dell’Elba, che alimentano l’acquedotto nel periodo estivo con 130 l/s, producono oggi rispetto allo stesso giorno del 2016 35 l/s in meno con una diminuzione del 30%.
Già nel mese di giugno, la Regione Toscana ha dichiarato lo stato d'emergenza regionale relativa alla crisi idrica in Toscana con classificazione “grave” per Elba.
ASA aveva previsto e anticipato pubblicamente ad aprile che ci sarebbero stati dei razionamenti a partire dalla metà di luglio (come nel 2012), ma grazie alla collaborazione di tutti (Comuni, cittadini, enti ed ASA) il piano di razionamento è stato posticipato di quasi un mese.
Ad oggi ci sono altre 11 Regioni che hanno chiesto lo stato di calamità. La siccità e i cambiamenti climatici hanno inciso pesantemente sulla gestione degli acquedotti e prodotto danni ingenti all’agricoltura, all’industria e al nostro ambiente.
La condotta sottomarina nel 2017 ha trasportato dal continente la stessa quantità di acqua del 2016, alimentando l’Isola nel periodo invernale. Questo ha consentito all’Azienda di far ricaricare totalmente i pozzi locali, limitando del 12,5% la perdita di portata.
Attualmente mancano, tra produzione e richiesta, 30-35 l/s, pari a circa 3.000 metri cubi di acqua al giorno. Si tratta del quantitativo necessario a soddisfare il fabbisogno idrico di circa 30.000 persone.
Per compensare questo volume mancante sarebbe necessario che ogni utente riducesse di circa 20 litri il consumo di acqua quotidiano.
Dato che ciò non può avvenire spontaneamente, è necessario razionare l’acqua a monte per evitare che il sistema, svuotandosi, diventi ingestibile.
Il razionamento mette sicuramente in difficoltà l’utenza e rappresenta anche il momento più critico nella conduzione di un acquedotto da parte del gestore, in particolar modo con un territorio impervio come quello dell’Elba con continui salti di livello e decine di serbatoi e stazioni di sollevamento.
Il gestore mette in campo tutte le proprie conoscenze tecniche per evitare il piano di razionamento, lasciandolo come ultima e inevitabile scelta.
Il sistema è suddiviso in tanti piccoli acquedotti “controllabili e regolabili” a distanza tramite il nostro telecontrollo attivo 24 ore su 24.
La rete idrica purtroppo non funziona come la rete elettrica. L’interruzione e il ripristino di energia elettrica, vengono avvertiti immediatamente da tutti gli utenti collegati. Lo stesso automatismo non si verifica per il servizio idrico.
Quando viene abbassata la pressione, l’acqua non raggiunge più tutte le utenze a cominciare da quelle poste ad una quota più alta rispetto alla fonte di approvvigionamento.
La forza di gravità, in questa situazione, provoca la discesa dell’acqua dalle utenze poste più in alto che sono le prime a subire l’interruzione del servizio. Quando il servizio viene ripristinato, le utenze poste a un livello più basso sono le prime a ricevere l’acqua. Dal momento che il servizio riguarda migliaia di utenze ubicate su svariati livelli rispetto alle fonti di approvvigionamento è di fatto impossibile comunicare un orario unico di interruzione e di ripristino della distribuzione idrica.
Inoltre, un’altra variabile che incide sulle tempistiche di ripristino del servizio alle diverse utenze è la differente tipologia dell’impianto interno di ciascuna abitazione (con o senza autoclave, impianto più o meno efficiente ecc…). Anche questa discriminante gioca un ruolo fondamentale sui differenti momenti di distribuzione dell’acqua.
Solo grazie alla collaborazione di tutti, il piano di razionamento dovrebbe terminare, come comunicato più volte, il 27 agosto.
In un programma di razionamento di 24 ore, per i motivi sopra citati, ad alcune utenze il servizio sarà di conseguenza interrotto quasi in tempo reale e poi ripristinato dopo 24 ore.
Quando l’erogazione viene riattivata, i consumi nel primo periodo dovrebbero essere inferiori a quelli del normale funzionamento; in caso contrario, la concomitanza di molte utenze non consentirebbe all’acquedotto l’equilibrio tra produzione e consumo.
Fondamentale quindi un consumo attento e rispettoso delle ordinanze da parte di tutti.
Relativamente al comunicato diffuso oggi dal Comune di Portoferraio, apprezziamo le preoccupazione del Sindaco, tuttavia siamo certi che la sua esperienza gli consenta di comprendere i limiti del sistema acquedottistico elbano pur migliorato negli anni dagli investimenti realizzati da ASA”.
ASA SpA