E’ stato arrestato nella mattinata odierna dai carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile che hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Livorno. L’uomo, d.V.A. 28^enne portoferraiese, già noto alle forze dell’ordine, conviveva con i propri genitori e già da qualche anno li sottoponeva ad aggressioni fisiche e verbali, il più delle volte al fine di ottenere denaro per acquistare sostanze stupefacenti.
Gli uomini dell’Arma avevano capito che qualcosa non quadrava all’interno di quelle mura domestiche ed avevano cercato già in passato di avvicinare i genitori che con molte difficoltà avevano lanciato qualche segnale. Affidato in prova ai servizi sociali per reati di droga, il giovane tossicodipendente era stato anche fermato dai carabinieri e trovato in possesso di un finto organo genitale montato ad hoc sulla sua persona per potersi sottrarre ai controlli del Sert. Un sistema che l’uomo aveva escogitato per produrre ai sanitari le urine della madre, costretta a sottostare alle sue richieste e nascondere così il fatto che continuasse ad assumere le sostanze stupefacenti durante il periodo di affidamento in prova.
La segnalazione dei carabinieri aveva comunque portato il Magistrato di Sorveglianza ad interrompere il programma e a disporre nuovamente la carcerazione dell’uomo che è rimasto recluso in carcere per un lungo periodo di tempo. Scarcerato da qualche mese, i carabinieri hanno però continuato a monitorarlo riscontrando che la situazione familiare non era affatto cambiata, tant’è che il giovane continuava a comprare cocaina e proprio qualche giorno fa era anche stato trovato dall’Arma in possesso di un paio di dosi di stupefacente che aveva appena acquistato. Percepito anche dal silenzio dei genitori che qualcosa continuava a non andare all’interno di quelle mura domestiche, i carabinieri hanno deciso di recente di sentire amici e parenti della coppia scoprendo che si era orami rassegnata a questo meccanismo perverso del figlio che stava mandando sul lastrico un’intera famiglia. Proprio il bisogno costante di assumere cocaina portava d.V.A. a pretendere continuamente denaro dai genitori, spesso costretti a cedere per impedirgli di vendere qualsiasi oggetto che trovava in casa.
La ricostruzione dettagliata dell’attività investigativa condotta dagli uomini dell’Arma è stata pienamente accolta dalla Magistratura che ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti del giovane eseguita nella mattinata. L’uomo è stato pertanto associato alla Casa Circondariale di Livorno a disposizione dell’A.G. alla quale dovrà ora rispondere dei reati di estorsione, maltrattamenti e violenza privata, per i quali sono previste pene che possono raggiungere anche i 10 anni di reclusione.