Al netto delle rappresentanze militari e civili tenute a presenziare, della banda musicale, del benedicente sacerdote e maturo chierichetto, e degli amministratori quasi a sgomitare per essere sul palchetto allestito, c'era davvero un pubblico assai scarso, sul lato destro (spalle alla Biscotteria) della piazza, ad assistere alla cerimonia che sanciva il nuovo titolare dello spazio pubblico (Giovanni Ageno) sfrattandone il precedente (Pietro Gori).
Dalla parte opposta anche a marcare fisicamente la spaccatura creata nella comunità dalla improvvida decisione della Giunta, un ben più nutrito gruppo di cittadini "laici" elbani, autoconvocatisi con un semplice passa-parola (a cui si era aggiunta una pattuglia di anarchici e Comunisti (del Lav.) provenienti da Empoli, Pisa e Livorno - loro le uniche bandiere presenti) si era assiepato intorno e sulla scalinata delle ex-Poste, ciascuno a titolo personale ed "armato" di un garofano rosso.
Sul palco interventi del Sindaco Mario Ferrari, dell'ex parlamentare Francesco Bosi (prudenti, scevri dalle punte polemiche riscontrabili negli interventi di Bertucci e Marini degli ultimi giorni) e ancora di un consigliere della maggioranza ferajese.
Sul lato degli oppositori si osservava il silenzio (rotto da qualche isolato mugugno) fino a quando lo scoprimento della nuova indicazione era compiuto.
Solo a quel punto, a significare che la contestazione era tutta ed esclusivamente per gli amministratori, dalla parte opposta della ex Piazza Gori si iniziava a cantare sui versi proprio goriani di Addio Lugano Bella e poi "Vieni o Maggio, ed altre canzoni libertarie fino a Bella Ciao, inframezzate da slogan "Viva Pietro Gori", "La storia non si cancella", "Via, Via dalla Biscotteria" con i quali i "resistenti" hanno martellato, non abbandonando la loro postazione sotto la lapide di Gori finché l'ultimo degli amministratori non è uscito dalla visuale.
Solo allora, lasciando i loro garofani rossi a Gori, sulla scalinata, i contestatori si sono allontanati, ma discutendo tra di loro e facendo propositi di altre iniziative.
Il giochetto insomma non è riuscito, lo strumentale uso della figura dell'ex-sindaco per compiere un gesto provocatorio mascherato da "pacificazione" è stato scoperto, i cittadini non se la sono bevuta, e, c'è da scommetterci, questa partita non finisce qui.
SR