A Piombino sulle banchine di imbarco ci sono tre defibrillatori ben visibili e personale preparato ad usarli mentre nei porti di Portoferraio, Rio e Cavo se si ha un arresto cardiaco, e non interviene d'urgenza una ambulanza attrezzata, si muore.
Ci risulta che anche sulle navi in servizio nel canale non sono presenti defibrillatori e personale preparato per l'uso.
Alle nostre preoccupazioni ci è stato risposto "l'ospedale è vicino, si può arrivare in auto".
Risposta infelice perché il paziente con problemi cardiaci non va mosso se non dagli addetti al soccorso che oltre al primo intervento comunicano al Pronto Soccorso dell'ospedale l'imminente arrivo del paziente e la probabile disfunzione che accusa.
Se nei prossimi fine settimana si verificassero altri ingorghi impietosi e incontrollati come quello di sabato 30 giugno scorso e il caldo soffocante, qualcuno dei piani alti dovrebbe preoccuparsi.
Alla GAT chiediamo, se è possibile, di riservare qualche spicciolino da poter dotare i porti dell'Elba di defibrillatori e preparare il personale, come potrebbero essere gli ormeggiatori, all'uso dell'apparecchio perché a rotazione sono sempre presenti sulle banchine.
Al "Rotary Club Isola d'Elba" chiediamo di prendere in tutela, oltre la rotonda di viale Elba, alcune zone del porto di Portoferraio e dotarle di defibrillatori con personale delegato.
Sappiamo che è compito dell'Autorità Portuale mettere i defibrillatori ai porti elbani ma sappiamo anche che le risorse economiche sono dosate e servono per il personale che manovra le sbarre antiterrorismo.
Facciamo pagare la tassa di sbarco ma diamo agli ospiti almeno una garanzia che in caso di arresto cardiaco possiamo rianimarli. Diversa è la situazione sul litorale di Marina di Massa dove anche le spiagge (n.d.r. Nazione) sono dotate di defibrillatori.
Francesco Semeraro
Comitato Elba Salute